(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 feb. - Ricercatori
dell'Universita' Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma hanno
tracciato "un identikit" delle cisti dell'ovaio dovute a
endometriosi facendo finalmente luce su quelle che si possono
asportare senza rischi per la paziente e quelle la cui
asportazione chirurgica, invece, puo' comportare un rischio per
la sua fertilita'. L'endometriosi interessa un numero decisamente
significativo di pazienti in eta' fertile (15-45% della
popolazione) e tra queste, la maggior parte dei casi dimostra un
interessamento ovarico della malattia (il cosiddetto
endometrioma). Quando togliere una cisti ovarica "endometriosica"
senza compromettere la capacita' riproduttiva della donna e
quando invece aspettare o provare un trattamento farmacologico?
La risposta a questa domanda, importante per un intervento molto
comune in Italia (piu' di 1.500 interventi l'anno) arriva da uno
studio di ricercatori dell'Universita' Cattolica-Policlinico A.
Gemelli di Roma grazie al quale si cominciano a definire le
caratteristiche delle cisti ovariche endometriosiche da operare e
a quali rischi e controindicazioni per la paziente sono
associate. Lo studio e' stato condotto dal gruppo del prof.
Antonio Lanzone, direttore di Istituto di Clinica Ostetrica e
Ginecologica della Cattolica di Roma, e coordinato da prof.
Maurizio Guido, docente nello stesso Istituto e pubblicato di
recente sulla rivista Fertility and Sterility. "È emerso - spiega
il professor Guido - che soprattutto nelle donne giovani
(under-32 anni) rimuovere le cisti endometriosiche di piccole
dimensioni puo' causare un danno molto piu' importante, arrecando
un rischio alla fertilita' della paziente che non rimuovere,
invece, le cisti di piu' grandi dimensioni". Le cisti ovariche
endometriosiche sono un problema piuttosto comune nelle donne in
eta' fertile, la cui origine resta ancora in gran parte da
chiarire. "La prassi abituale e' stata quella di procedere alla
rimozione chirurgica delle cisti; finora non era ancora chiaro
quali potessero essere le conseguenze di questo intervento per la
fertilita' della paziente", considera il ginecologo Guido. I
ricercatori hanno riscontrato che l'asportazione chirurgica delle
cisti di minori dimensioni, provoca una maggiore perdita di
"follicoli" (e quindi di ovociti); asportarle, dunque, lede
almeno in parte la fertilita' della donna, mentre la numerosita'
dei follicoli presenti nelle cisti di maggiori dimensioni e'
minore, quindi la loro rimozione e' meno rischiosa per la
fertilita'.
(Wel/ Dire)