CON DECRETO SUGLI STANDARD IN BILICO 12MILA POSTI DI LAVORO.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 5 dic. - Il decreto sugli standard al vaglio della conferenza Stato-Regioni, che prevede che le strutture ospedaliere accreditate con meno di 80 posti letto vadano chiuse, "mette a rischio 250 aziende ospedaliere che oggi hanno 12mila occupati e circa 300mila ricoveri". E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Aiop (Associazione italiana ospedalita' privata) Gabriele Pellissero in occasione della presentazione del 10^ Rapporto 'Ospedali & Salute/2012'. "Speriamo che qualcosa cambi, di avere buone notizie o i numeri saranno questi".
NEL LAZIO - Sono 25 su 42 le strutture ospedaliere accreditate con meno di 80 posti letto che nel Lazio rischiano di chiudere, con una perdita di 781 posti letto su 2.603. A spiegarlo all'agenzia Dire e' la presidente dell'Aiop (Associazione italiana ospedalita' privata) del Lazio, Jessica Faroni. Il presidente nazionale dell'Aiop, Gabriele Pellissero, ha lanciato un grido d'allarme sul decreto sugli standard della rete ospedaliera al vaglio della Conferenza Stato-Regioni, che "mette a rischio 250 aziende ospedaliere che oggi hanno 12 mila occupati e circa 300 mila ricoveri". Faroni spiega che "la gran parte delle case di cura del Lazio di queste dimensioni sono riconvertite, per ordine di un accordo siglato con la Regione, in case di cura monospecialistiche di eccellenza. In pratica ognuna si dedichera' ad una specialita'". Ma l'insieme dei provvedimenti, tra quelli previsti dalla spending review e i decreti firmati dal commissario alla sanita', Enrico Bondi, "mettono in crisi il sistema, gia' devastato dai tagli di questi anni. Speriamo che in Conferenza Stato-Regioni ci sia una maggiore apertura sui posti letto del privato. E' impossibile pensare di andare avanti cosi'". Faroni ha quindi ricordato che l'Aiop partecipera' l'11 dicembre alla manifestazione unitaria sotto la Regione Lazio, promossa dai sindacati, da Confsalute-Confcommercio Roma, Federlazio Salute, Tribunale dei diritti del medico, Unindustria sanita' e altre associazioni.
Tutti hanno sottoscritto un appello alle massime autorita' in cui definiscono "a rischio" i Livelli essenziali di assistenza. (Ami/ Dire)