(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 apr. - Il consumo di stimolanti di tipo amfetaminico in adolescenza puo' causare squilibri neurobiologici e aumentare i comportamenti a rischio. Effetti che possono persistere in eta' adulta, anche nei soggetti che non consumano piu' sostanze stupefacenti. Sono le conclusioni di uno studio, condotto su un campione di ratti da un team di ricerca delle universita' McGill di Montreal e British Columbia di Vancouver in Canada e La Sapienza di Roma, tra i primi ad aver fatto luce sugli effetti di lungo termine di amfetamine. La notizia e' riportata da Droga news.
I ricercatori si sono focalizzati sugli effetti di lungo termine dell'uso di amfetamine su alcuni importanti neurotrasmettitori, in particolare serotonina, dopamina e norepinefrina, e sui comportamenti a rischio. L'utilizzo dei ratti e' dovuto alle similitudini tra la chimica cerebrale di questi roditori e quella degli umani. Agli animali sottoposti allo studio e' stata somministrata amfetamina durante l'adolescenza. Raggiunta l'eta' adulta, ne sono stati studiati i comportamenti a rischio, l'astinenza e l'attivita' neurofisiologica. Dall'analisi dei dati raccolti, sono state rilevate anomalie nell'attivita' cerebrale associata ai tre neurotrasmettitori, detti monoamine, i cui squilibri sono associati con disturbi emotivi e mentali come depressione e dipendenza. I ricercatori hanno inoltre riscontrato cambiamenti comportamentali in tutti i gruppi, rilevando iperattivita' nei ratti trattati con dosi moderate di amfetamine e un aumento dei comportamenti a rischio con l'aumentare della dose.
Fatte le dovute differenze tra ratti e umani, concludono gli autori dello studio, i risultati hanno suscitato preoccupazione perche' suggeriscono che gli effetti dell'uso di amfetamine possono persistere anche in eta' adulta anche se la sostanza e' stata assunta per un periodo breve.
(Wel/ Dire)