LA DENUNCIA AL FORUM NAZIONALE SULLA NON AUTOSUFFICIENZA A BARI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 apr. - Le cure continuative sono un aspetto centrale della non autosuffcienza. E' uno degli aspetti affrontati oggi all'interno del IV Forum nazionale sulla non autosufficienza in corso di svolgimento a Bari. Ma quante ne servono di cure continuative? Secondo Giuseppe Liotta, dell'Universita Tor Vergata "il bisogno di assistenza varia dal 5 al 8% della popolazione". La distribuzione delle cure continuative e' molto disomogenea, con differenze importanti e con modelli e approcci diversi. Ma dunque, su chi ricade l'assistenza che non c'e'? Secondo Liotta su famiglia, ospedali e abbandono. Quest'ultimo e' tuttavia una situazione molto residuale, legata a situazioni di deprivazione sociale. Negli ospedali si sono ridotti notevolmente i posti letto e per questo i tassi di ospedalizzazione per gli ultra sessantacinquenni sono calati: grosse sono le differenze tra le regioni. Diversa ancora e' la situazione tra tasso di ospedalizzazione atteso e quello reale. In alcuni casi rispondono alla domanda, in altre sono piu' bassi, in altre ancora sono piu' alti con eccessi di ricoveri che comunque rispondono ad una domanda di salute per la quale non sono disponibili altre soluzioni.
Quali sono dunque le questioni aperte? Nel confronto tra Italia, Danimarca e Inghilterra, non mancano le differenze, spesso a svantaggio delle modalita' di assistenza attuate dal nostro Paese. In Danimarca il rapporto tra residenziale e domiciliare e' di 1 a 6, in Inghilterra di 1 a 4 e in Italia di 1 a 1,50. Non va meglio nel numero complessivo di ore: in Danimarca le ore di assistenza domiciliare sono 300, 600 in Inghilterra, 110 (ma si tratta di una stima) in Italia. Dunque, come sostiene Liotta "assistiamo meno persone per meno ore". Anche le prospettive future, denunciano un sistema di welfare ancora piuttosto arretrato. Negli altri due paesi europei si sta tendendo sempre piu' a intensificare l'assistenza nei confronti di quelle persone che esprimono un bisogno maggiore, riducendo la platea, cioe' esattamente il contrario di quello che sta accadendo in Italia, in cui si sta allargando sempre piu' la platea riducendo l'intensita' delle prestazioni.
(WEl/ Dire)