SALUTE. DISABILITÀ, "NON CHIUDETE CASA DAGO PER CEREBROLESI": APPELLO AL LAZIO
UNICA STRUTTURA DEDICATA ESISTENTE IN ITALIA, GIÀ LANCIATO SOS ALLA REGIONE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 apr. - "Strangolata dalla
burocrazia cieca e dai rimpalli sterili di competenze e poi
uccisa da troppi impegni sottoscritti dalle istituzioni, ma non
mantenuti, Casa Dago sta per chiudere i battenti". E' l'incipit
della "lettera appello" indirizzata alla Regione Lazio da Casa
Dago, l'unica struttura esistente in Italia per il reinserimento
familiare, sociale e lavorativo delle persone con gravi cerebro
lesioni. Controfirmato dalla Fnatc (Federazione nazionale
associazioni traumi cranici), dalla La Rete (Associazioni riunite
per il trauma cranico e gravi cerebrolesioni acquisite), da
Vi.Ve. (Vita Vegetativa) e da Anbi (Associazione nazionale
biotecnologi italiani) per un totale di 37 associazioni riunite,
l'appello chiede di intervenire, e anche velocemente, sui ritardi
di pagamento regionali che oggi mettono definitivamente in
ginocchio l'intera struttura.
Gia' a febbraio scorso, infatti, Casa Dago aveva lanciato un Sos
alla Regione per chiedere non solo il pagamento dei finanziamenti
regionali dovuti e non sbloccati da oltre un anno e mezzo, ma
anche il reinserimento del progetto di casa dago nel novero dei
progetti sociali e non sanitari. Si chiedeva in sostanza di
rispettare l'approccio sociale che Casa Dago si e' data sin dalla
sua costituzione e il mantenimento degli impegni sui fondi
dovuti, necessari alla sopravvivenza della struttura e al
pagamento di stipendi che da oltre un anno non vengono versati a
operatori e dipendenti. "L'ultimo pagamento dalla Asl Rm C che
dovrebbe essere regolato a trimestri anticipati risale - si legge
infatti nell'appello - a settembre 2010. Gli operatori non
percepiscono piu' retribuzione.
I debiti si sono accumulati e l'istituto bancario che ha
anticipato una fattura ne sollecita il rimborso, caricato di
pesanti interessi. E sono partite multe dall'Inps per i ritardati
pagamenti e adesso si e' presentata anche l'immancabile
Equitalia!". "Cosi' - fanno sapere da Casa Dago - sta per morire
l'unica struttura esistente in Italia per il reinserimento
familiare, sociale e lavorativo delle persone con gravi
cerebrolesioni e quindi anche il progetto di enorme validita'
sociale dell'associazione Arco '92: il contratto con gli
operatori e' gia' scaduto il 28 febbraio 2012. E cosi' ancora
pochi giorni e finiranno in mezzo a una strada le persone con la
disabilita' piu' fragile".
Otto posti letto e quindici dipendenti: "Casa Dago" e' stata
inaugurata alla fine del 1999 grazie ai finanziamenti
dell'assessorato ai Servizi sociali e alla Sanita' della Regione
Lazio, in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia.
Rifinanziata nel 2004 per quattro anni, e' stata poi "sostenuta"
nei costi dalla Asl Roma C. "Ma nel dicembre 2010 - continua
l'appello - cominciarono promesse e garanzie mai piu' in seguito
rispettate: un tunnel cioe' che ormai ha condotto la struttura
con un piede nel baratro. Le continue prese in giro ad oggi non
hanno fatto altro che aumentare i debiti, gli interessi e creare
nuovi creditori, oltre che nuovi disoccupati". "Ma qual e' il
fine autentico di tutto questo?" Si chiede Casa Dago
nell'appello. "Le associazioni firmatarie di questo appello - al
fianco di Casa Dago e "Arco '92" - invocano urgenti e immediati
provvedimenti affinche' tutto cio' non si verifichi. I gravi
disabili, fascia delicatissima del nostro tessuto sociale, vanno
aiutati, protetti e sostenuti, non sbattuti per strada!".
(Wel/ Dire)
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