APPELLO DEI MEDICI DELL'AMBULATORIO POPOLARE DI MILANO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 set. - Alla Milano di
Giuliano Pisapia l'Ambulatorio medico popolare rivolge un
appello: fare in modo che i servizi pubblici siano prerogativa
anche dei migranti senza il permesso di soggiorno. Una richiesta,
da parte dei medici volontari che ci lavorano, che arriva a pochi
giorni dallo sgombero dell'ambulatorio, previsto per giovedi' 29
settembre. Al civico 28 di via dei Transiti, quartiere
multietnico, l'equipe di dottori volontari opera dal 1994 in uno
spazio occupato e autogestito. A quanto pare, il vero
proprietario dell'immobile, rilevato nel 2003, ha deciso di
cambiare le regole e attribuire ai medici una spesa di oltre 15
mila euro "per presunti danni", si legge sulla lettera pubblicata
sul sito http://www.ambulatoriopopolare.org/.
Ma la controparte e' pronta alla resistenza: dalle ore 6 di
giovedi' i volontari si apposteranno davanti alla struttura per
impedire lo sgombero. La mobilitazione coinvolgera' anche il
quartiere. Per domani, infatti, e' in programma un concerto
itinerante. Mentre sabato 30 ci sara' una cena popolare.
L'espulsione, e il conseguente rischio di chiusura,
dell'ambulatorio e' una miccia per la rivolta contro le
istituzioni (Comune e Regione Lombardia), giudicate incapaci di
offrire servizi sanitari "adeguati per tutta la popolazione".
Alla base delle discriminazioni c'e' il "criminale cambiamento
del sistema sanitario da servizio ad azienda", denunciano i
medici. L'accusa finale riguarda il Cie di via Corelli, "dove
ogni sorta di sopruso viene praticato su persone rinchiuse fino a
18 mesi solo per la mancanza di un pezzo di carta, dove rivolte e
pestaggi sono cronaca quotidiana da quando sono stati vietati i
cellulari".
Il successo dell'attivita' ambulatoriale viene messo a
repentaglio: 30 visite gratis ogni settimana, 5.000 pazienti
visitati in 17 anni e decine di incontri di formazione nelle
scuole, sui diritti sanitari dei migranti in quelle di italiano,
sui contraccezione e sulla salute delle donne in quelle
superiori. E poi che fine fara' il centralino telefonico contro
gli abusi psichiatrici? E lo sportello legale per chi non puo'
pagarsi un avvocato? Tutte domande a cui l'amministrazione
milanese in primis e' chiamata a rispondere prima che
l'ambulatorio naufraghi e centinaia di persone all'anno non
riescano piu' a curarsi. (www.redattoresociale.it)
(Wel/ Dire)