(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 set. - Pare che a Londra sia
stato compiuto un passo molto importante nella lotta contro il
cancro. Ne da' notizia la Bbc, riferendo che i medici del Royal
Marsden Hospital hanno somministrato una cura a base di
radiazioni Alfa ad un campione di pazienti affetti da cancro alla
prostata, che ha consentito loro di vivere piu' a lungo, soffrire
meno dolore e avere minori effetti collaterali. I medici hanno
addirittura sospeso l'esperimento, applicato a 922 persone,
sostenendo che non era etico privare di tale cura efficace i
pazienti dell'altro gruppo di prova, ai quali veniva
somministrato solo un "placebo" (cioe' un farmaco privo di
efficacia, che il paziente assume nella convinzione che invece
sia efficace).
La scoperta e' stata giudicata "un passo avanti significativo",
dal capo della ricerca, il dott. Chris Parker, ma anche "una
scoperta molto rilevante e promettente", dalla fondazione Cancer
Research UK, la piu' importante del settore. Le radiazioni
vengono usate da piu' di un secolo, per combattere il cancro,
poiche' danneggiano il codice genetico all'interno delle cellule
cancerose. Finora, pero', non erano state mai usate le radiazioni
Alfa, che sono le piu' grandi, ma anche le meno pervasive tra
tutte le varie radiazioni sperimentate, e in particolare quelle
di tipo Beta. Il dott. Parker ha detto che, per uccidere una
cellula cancerogena, bastano uno, due, massimo tre "colpi" di
radiazioni, mentre con le particelle Beta ce ne vogliono
migliaia. Inoltre, le particelle Alfa danneggiano meno i tessuti
circostanti, dal momento che hanno un raggio d'azione molto
limitato, dell'ordine di pochi milionesimi di metro.
L'esperimento londinese e' stato fatto su pazienti con cancro
alla prostata allo stadio avanzato - cioe' col tumore esteso
anche alle ossa - una condizione per la quale finora non si
conoscevano cure di una qualche efficacia sulla sopravvivenza. Il
gruppo di pazienti che ha ricevuto le particelle Alfa, invece, ha
fatto registrare un tasso di mortalita' inferiore del 30 per
cento, rispetto all'altro gruppo, ed una sopravvivenza di 14
mesi, anziche' 11. Promettente, vero?
(Wel/ Dire)