FARE FRONTE ALL'AZZERAMENTO DEL FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - Una mano alle
famiglie e il coinvolgimento del territorio attraverso le Asl:
sono i due punti chiave della proposta di legge del Pd lombardo
per sostenere le persone prive della piena autonomia. L'urgenza
di mettere in campo misure in loro sostegno e' dettata dalla
scomparsa del Fondo nazionale per la non autosufficienza decisa
con l'ultima finanziaria, che nel 2011 aveva garantito alla
Lombardia 56,4 milioni di euro. A peggiorare il quadro sono i
tagli nazionali alle politiche sociali, che fanno arretrare le
risorse per il 2012 a 25,2 milioni di euro contro i 53,8 milioni
di euro erogati al Pirellone nel 2011. "La politica dei voucher
e' inadeguata -dichiara Carlo Borghetti, consigliere regionale
del Pd e primo firmatario del testo-. E' ora che la Lombardia
impieghi il denaro ricevuto dal fondo per la non autosufficienza,
visto che da quando il Governo l'ha introdotto, nel 2008, non e'
mai stato utilizzato". Tocca pero' alla Commissione sanita'
l'ultimo parere, prima che la Giunta deliberi. "Mi auguro che la
Commissione calendarizzi la nostra proposta al piu' presto e ci
sia un confronto con la maggioranza" continua Borghetti.
La scure del Governo sulle politiche sociali impone piu'
attenzione, ma soprattutto un piano d'azione capace di
intercettare i bisogni del territorio. Cio' significa che il
compito di gestire le risorse dovrebbe spettare direttamente al
distretto Asl. Su questo aspetto insiste la proposta di legge del
Pd lombardo che e' stata presentata oggi a Milano ed e'
sottoscritta anche dall'Italia dei valori, da Sinistra ecologia e
liberta', dai Pensionati e dall'Unione di centro. Una mossa che
intende scardinare la politica dei voucher voluta da Roberto
Formigoni: "I buoni dispensati dalla Regione sono limitanti: non
raggiungono tutti i bisognosi perche' spesso non ne sono al
corrente; e, una volta terminato il servizio previsto, al
paziente non viene piu' garantito nessun tipo di sostegno" spiega
Borghetti.
Il secondo intervento contenuto nella proposta di legge
interessa i familiari o il personale a domicilio che assiste la
persona non autosufficiente. "Bisogna assicurare un aiuto
economico a chi si prende cura del paziente e per farlo rinuncia
al lavoro o lavora part-time -prosegue il consigliere Pd-. Senza
escludere le badanti: parte della quota potrebbe servire a pagare
i loro contributi previdenziali, alleggerendo il peso delle spese
a carico della famiglia". Qualora il paziente sia ricoverato in
un centro diurno, in una residenza per disabili o in una casa di
riposo e non sia in grado di fare fronte alle rette del servizio,
"il fondo deve integrarle" annuncia Borghetti.
(Pic/ Dire)