(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - "Un'emergenza
nell'emergenza penitenziaria e' costituita dagli ospedali
psichiatrici giudiziari, e chiamo in causa altri soggetti
istituzionali che dovrebbero a pieno titolo farsi carico di un
sistema che oggi offende la civilta' del diritto. L'insanabile
contraddizione di una misura che si regge sul binomio
carcere-manicomio gestita in luoghi che producono sofferenza,
degrado, violazione della dignita' e dei diritti fondamentali
delle persone non puo' piu' essere tollerato in un Paese civile".
Lo dice Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma,
intervenendo al Senato.
"Ancora oggi- spiega- assistiamo alla odiosa sopravvivenza di
questi luoghi che non curano ma si limitano a contenere persone
di cui nessuno vuole farsi carico, neanche quando e' accertato il
venir meno della pericolosita' sociale che ne ha determinato
l'internamento".
Dunque, prosegue il ministro, "una prima, concreta risposta" a
questa emergenza e all'appello lanciato qualche dtempo fa dal
Capo dello Stato "dovra' riguardare l'incredibile situazione dei
215 soggetti internati che permangono negli ospedali psichiatrici
giudiziari, nonostante sia stata clinicamente accertata l'assenza
di pericolosita' sociale: una valutazione clinica cui non e'
seguita una analoga valutazione giuridica da parte del magistrato
di sorveglianza il quale, al contrario, ha ritenuto la
sussistenza della pericolosita'".
Occorreranno, aggiunge, "interventi legislativi finalizzati
alla modifica dell'attuale sistema che consente, di fatto, la
possibilita' di applicare le misure di sicurezza sine die,
indipendentemente dalla natura e dalla gravita' del reato
commesso". Mentre "l'individuazione di un piano di trattamento
sanitario con periodica rivalutazione potrebbe, ad esempio,
consentire al giudice l'adozione di una misura analoga a quella
prevista dall'articolo 286 del codice di procedura penale
coinvolgendo in primis i dipartimenti di salute mentale, cosi'
come potrebbero essere approfondite le soluzioni adottate in
alcuni ordinamenti stranieri, quale quello spagnolo che prevede
un parallelismo tra la durata delle pene e la durata delle misure
di sicurezza".
Infine, per Palma "e' necessaria la creazione di strutture
pubbliche di ricovero intermedio che, favorendo un piu' stretto
raccordo tra magistratura e servizi psichiatrici territoriali,
possano costituire un'adeguata alternativa alla scelta tra
ospedale psichiatrico giudiziario e ricorso a modalita' di
liberta' vigilata, oggi stimate non sufficientemente sicure".
(Wel/ Dire)