(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 set. - "Quello di Gardaland
e' un caso unico al mondo. Nessun altro parco giochi in Italia o
all'estero vieta espressamente le sue attrattive alle persone con
sindrome di Down, piuttosto vengono spiegati gli eventuali rischi
ai genitori, che scelgono di assumersi la responsabilita' di far
salire i figli sulla giostra". E' duro il giudizio di Sergio
Silvestre, coordinatore nazionale di Coordown (Coordinamento
nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down)
dopo la denuncia, raccolta da SuperAbile.it, di una madre che ha
visto negare al figlio di 16 anni due attrattive del famoso parco
giochi, solo perche' down. "Non e' la prima volta che raccogliamo
storie come questa. Ma e' un'eccezione unica, una situazione che
capita soltanto in questo parco di divertimenti. Neanche in
strutture grandi come Disneyland o Eurodisney abbiamo mai sentito
casi simili".
Secondo Silvestre quello che accade a Gardaland e'
un'applicazione "discutibile" del codice penale in fatto di
responsabilita' del parco giochi, che viola pero' la Convenzione
Onu sui diritti delle persone disabili e tutta la normativa
antidiscriminazione. Proprio per far fronte alle denunce che si
sono susseguite nell'ultimo anno il Coordown ha chiamato a
raccolta i gestori dei parchi giochi, insieme ai costruttori
delle attrattive e ai responsabili della sicurezza per arrivare a
un protocollo di intesa in cui raccogliere le regole di
prevenzione. Tra i principali obiettivi quello di informare i
genitori sugli eventuali rischi, "cosa che attualmente non
succede quasi mai- sottolinea Silvestre-. Solo se informati gli
accompagnatori dei ragazzi possono fare scelte realmente
consapevoli. Il criterio da seguire e' quello di sconsigliare
eventualmente un'attrattiva, non certo di vietarla". Per la
stipula del protocollo hanno gia' dato la loro disponibilita'
importanti centri di divertimento come Minitalia Leolandia di
Bergamo, Zoomarine (vicino Roma) e Acqualandia (a Jesolo).
Contattata anche Mirabilandia (Ravenna) La firma e' prevista a
breve. Resta ancora un'incognita pero' l'eventuale adesione di
Gardaland. Se questa non dovesse arrivare, le associazioni delle
persone con sindrome di Down sono decise a dare ancora battaglia.
Gia' un anno fa, del resto, il Coordown aveva minacciato
apertamente il ricorso a "iniziative legali a tutti i livelli,
compresa la possibilita' di una class action".
(Wel/ Dire)