SALUTE. ALZHEIMER, 36 MILIONI DI MALATI, UN MILIONE IN ITALIA
E LA DIAGNOSI ARRIVA TROPPO TARDI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 set. - Prevenire l'Alzheimer
e' possibile. A fare la differenza nella vita di tre quarti dei
36 milioni di persone nel mondo affette da demenza sarebbero
state diagnosi precoci e interventi tempestivi. Ma invece si e'
arrivati troppo tardi. E' quanto rivela il Rapporto mondiale
Alzheimer 2011 "I benefici di diagnosi e interventi tempestivi",
presentato oggi 13 settembre a Milano, Londra e New York, a meno
di dieci giorni dalla XVIII giornata dedicata alla malattia, in
programma il 21 del mese. A stilare lo studio e' stata un'equipe
di ricercatori coordinati da Martin Prince, docente all'istituto
di Psichiatria del Kinng's College di Londra. L'indagine mette in
luce un dato allarmante: quasi tutti i casi di demenza -i cui
sintomi sono l'alterazione della memoria, pensiero, ragionamento,
linguaggio, orientamento, personalita' e comportamento severo-
sono stati riconosciuti e quindi curati con grave ritardo. Da
qui, il peggioramento dei sintomi del paziente, cosi' come dello
stress dei familiari che lo affiancano. Pesanti sono le ricadute
nella societa' e nel sistema sanitario. Se si facesse
prevenzione, i governi nazionali potrebbero risparmiare 10 mila
dollari per malato all'anno.
La percentuale maggiore, seppure del 20-50%, dei casi
diagnosticati in tempo si concentra negli stati ricchi. Mentre in
quelli poveri, cio' accade soltanto per il 10% delle situazioni.
Il quadro e' aggravato dal fatto che molto spesso i sintomi
dell'Alzheimer sono sottovalutati e fatti rientrare nel normale
processo di invecchiamento dell'essere umano. Questo spiega
l'urgenza di "strategie nazionali" ad hoc mirate alla "diagnosi
tempestiva" e a un "percorso di cura", dichiara Martin Prince.
Farmaci e trattamenti psicologici, si legge sul Rapporto 2011,
migliorano le capacita' cognitive, l'autonomia e la qualita' di
vita dei soggetti nella fase iniziale della patologia. A questo
punto, "dobbiamo essere sicuri che tutti abbiano accesso a
interventi efficaci gia' testati e disponibili -annuncia Marc
Wortmann, direttore esecutivo della Federazione internazionale
dell'Alzheimer (Adi).
In Italia si contano un milione di malati di Alzheimer. Di
questi, 20 mila risiedono nel capoluogo lombardo. "Nel nostro
Paese e' urgente migliorare i servizi creando una rete
assistenziale intorno al malato e alla sua famiglia che non li
lasci soli ad affrontare il lungo e difficile percorso della
malattia", afferma Gabriella Salvini Porro, presidente della
Federazione Alzheimer Italia, che riunisce e guida le 46
associazioni che a livello nazionale operano a sostegno dei
pazienti e dei loro parenti.
Ecco alcuni consigli che il Rapporto da' a tutti i governi per
fare fronte all'emergenza Alzheimer. Innanzitutto, promuovere
corsi di formazioni rivolti a medici e altri operatori sanitari
per sapere individuare prontamente la demenza. In secondo luogo,
dare vita a un network di centri diagnostici specialistici in
grado di formulare piani di cura. Terzo, diffondere il decalogo
per la diagnosi messo a punto dall'Organizzazione mondiale della
sanita' e diretto agli operatori non specializzati. Infine,
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