GARACI: "SCONOSCIUTE DOSI TOLLERATE, PERCIÒ 'NO' IN GRAVIDANZA"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 set. - Oltre 7 bimbi su 100
in Italia sono a rischio di esposizione all'alcol gia' nel
pancione: lo ha calcolato l'Istituto superiore di sanita', che ha
coordinato il primo studio italiano sul tema. Dalla ricerca -
presentata in occasione della Giornata internazionale della
consapevolezza sulla sindrome fetoalcolica - emerge anche che non
e' tuttora possibile conoscere la quantita' tollerata di alcol,
"percio' zero alcol in gravidanza e zero alcol quando si decide
di avere un figlio e si iniziano i tentativi per averlo"
sottolinea il presidente dell'Istituto, Enrico Garaci.
Lo studio multicentrico, i cui risultati saranno pubblicati nel
prossimo numero di Acer (Alcoholism: clinical and experimental
research), e' stato condotto attraverso un biomarcatore messo a
punto dagli stessi ricercatori, l'etilglucuronide. Per l'indagine
sono stati analizzati 607 neonati, grazie al coinvolgimento di 7
neonatologie di diversi ospedali italiani. Attraverso
l'etilglucuronide e' stato possibile rilevare l'esposizione
alcolica dei bimbi attraverso l'analisi delle loro prime feci. Ne
e' emerso che il consumo di alcol in gravidanza e' sottostimato o
non riconosciuto da parte delle donne: l'esposizione media e' del
7,6%, con una distribuzione nelle citta' diversificata. Si va, ad
esempio, dallo 0% di Verona al 29% dell'Umberto I di Roma.
"Il risultato di questo studio e' di fondamentale importanza-
spiega Simona Pichini, coordinatrice del gruppo di lavoro-
poiche' finora la diagnosi era affidata all'interpretazione e
all'esperienza del medico. Una diagnosi precoce, invece, puo'
essere molto utile per individuare possibili rischi e agire
tempestivamente". Secondo la coordinatrice, infatti, i neonati
"devono avere un follow-up specifico, perche' ancora non si sa
che percentuale di loro sviluppera' una sindrome feto alcolica e
quanti svilupperanno uno spettro di disordini feto alcolici". I
problemi principali dovuti all'esposizione all'alcol possono
essere di tipo neurologico, neuromorfologico, di sviluppo
cerebrale o disabilita'. Una possibilita' e' anche l'insorgere
della sindrome di iperattivita' e deficit di attenzione. Eppure,
per ammissione dello stesso presidente dell'Iss, "le patologie
pediatriche correlate all'assunzione di alcol restano un fenomeno
sommerso".
(Wel/ Dire)