(DIRE) Roma, 8 set. - Il Nas di Latina ha concluso una complessa
attivita' di indagine per un presunto danno erariale a carico
dell'Azienda Usl di Frosinone, circa l'indebita corresponsione a
favore di numerosi medici di diverse branche specialistiche
(Anestesia e Rianimazione, Emergenza sanitaria, Radiologia,
Cardiologia, Dialisi e Pediatria e Neonatologia) di consistenti
somme di danaro a titolo di compensi per prestazioni "eccezionali
e temporanee".
Le indagini, avviate d'iniziativa dal Nucleo di Latina a
partire dal novembre 2009 e sviluppate anche grazie alla
consulenza di funzionari specialisti del ministero della Salute,
sono state successivamente svolte su delega della Procura
regionale presso la Corte dei Conti presso la Sezione
giurisdizionale per il Lazio, che ha emesso un invito a fornire
deduzioni a carico di 20 tra dirigenti, componenti del collegio
sindacale e funzionari responsabili dei procedimenti
amministrativi dell'Ausl di Frosinone e della Regione Lazio, per
avere, nelle rispettive competenze ed a vario titolo, piu' volte
autorizzato il ricorso a fondi del Servizio sanitario regionale
destinati alle prestazioni aggiuntive (da erogarsi per un tempo
limitato e ricorrendo condizioni eccezionali rispetto alle
normali necessita' assistenziali) senza che ne ricorresse la
legittimita' o per non avere correttamente esercitato i controlli
di competenza sull'operato dell'Azienda sanitaria frusinate.
Le suddette prestazioni, i cui compensi andavano a sommarsi ai
proventi derivanti dallo "straordinario" e dall'attivita'
libero-professionale, sono infatti regolamentate dal Ccnl per il
comparto medico, che le prevede nei casi in cui, ricorrendone le
condizioni, e' necessaria un'integrazione straordinaria
dell'attivita' istituzionale, finalizzata principalmente alla
riduzione delle liste di attesa.
Al contrario, gli accertamenti hanno evidenziato che tali
fondi sono stati impiegati nel tempo (circa 11 anni), per
espletare i normali turni di guardia, soprattutto notturni e
presso nosocomi di piccole dimensioni ed a bassa operativita',
nonche' per altre attivita' programmate, rientranti a pieno
titolo nella cosiddetta "attivita' istituzionale" e non
causalmente connesse con la riduzione delle liste d'attesa.
Sono stati circa 150 i medici che hanno beneficiato in busta
paga anche di 15.000-18.000 euro mensili contro i circa
3.000-3.500 euro della sola voce stipendiale, cifre rilevanti in
considerazione del costo orario di ogni prestazione aggiuntiva
"acquistata" (60 euro lordi che diventano 720 per un ogni singolo
turno di guardia notturno di 12 ore). Inoltre, dal confronto con
i costi sostenuti da altre aziende sanitarie laziali per le
medesime voci di bilancio, e' emerso che l'Azienda sanitaria di
Frosinone ha sostenuto, per l'acquisto di prestazioni aggiuntive,
importi non solo notevolmente superiori a quelli complessivamente
sostenuti da tutte le aziende sanitarie della Capitale, ma anche
per quelli necessari per eventuali nuove assunzioni di personale
medico (che avrebbe comportato un risparmio per l'erario pari a
oltre 1,6 milioni di euro l'anno).
Dagli accertamenti del Nas e' emerso che, per le prestazioni
"eccezionali e temporanee", la spesa dell'Azienda sanitaria
ciociara e' passata da circa 1 milione di euro del 2001 ad oltre
10 milioni di euro del 2010, per un danno erariale di circa 10
milioni di euro nell'ultimo quinquennio, causato dalla mancata o
incompleta riorganizzazione dei servizi sanitari e delle
strutture territoriali deputate ad erogarli, con conseguente
sproporzionata richiesta di risorse umane rispetto al reale
fabbisogno della popolazione.
(Com/Rel/ Dire)