(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 set. - "In grave aumento i
dati piu' recenti legati alla sperimentazione animale in Italia,
relativi al biennio 2008-2009": lo rivela la Lega anti
vivisezione- Lav sulla base "delle informazioni ottenute
nuovamente dal ministero della Salute grazie a una sentenza del
Tar che ha cancellato il segreto su questo tema".
I dati "piu' allarmanti", secondo la Lav, riguardano "le
autorizzazioni per gli esperimenti 'in deroga'", ovvero
"l'impiego di cani, gatti e primati non umani, l'utilizzo a fini
didattici o il non ricorso ad anestesia", che sono aumentate "da
una media di 141 per il biennio del 2007-2009 a 204 per il
2008-2009: numeri quasi raddoppiati per procedure che invece, per
legge (Decreto Legislativo 116/92), dovrebbero rappresentare
l'eccezione in quanto regolamentate in modo restrittivo.
Nell'anno 2000 erano 98". Nel merito dei test "in deroga"
autorizzati dal ministero della Salute nel biennio 2008-2009,
"continuano a essere svolti anacronistici e fallimentari studi
relativi all'uso di droghe, alcol e fumo- denuncia la Lav- che
tolgono fondi per ricerche incruente e a indispensabili campagne
d'informazione sulla prevenzione".
Le sperimentazioni senza ricorso ad anestesia sono le piu'
dolorose per gli animali, "eppure nel 2008-2009 sono state
effettuate ben 350 procedure senza il ricorso ad alcuna forma di
lenizione: esperimenti che hanno inflitto agli animali intensi e
prolungati livelli di dolore".
Le regioni con il maggior numero di procedure autorizzate
"rimangono Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Veneto".
Sono poi "11 i nuovi stabilimenti utilizzatori autorizzati dal
Ministero della Salute nel 2008-2009 a fare ricerca su animali,
per un totale che supera i 600 stabilimenti". Sensibile aumento
dell'uso sperimentale di alcune specie nel triennio 2007-2009
rispetto al 2004-2006, "in particolare suini, caprini, scimmie
(Ceboidea, Cercopithoidea), uccelli, rettili, pesci e altri
mammiferi".
"Lascia amaramente stupiti che vi sia un consistente aumento del
ricorso a test invasivi e dolorosi e una crescita degli impianti
autorizzati, nonostante lo scenario scientifico nazionale ed
europeo sia sempre piu' orientato alla promozione di metodi
sostitutivi all'impiego di animali- afferma la biologa Michela
Kuan, responsabile nazionale Lav settore vivisezione- i nuovi
dati 2008-2009 contraddicono l'andamento lievemente decrescente
del numero di animali utilizzati negli ultimi dieci anni nei
laboratori nazionali, che comunque supera la spaventosa cifra di
800 mila animali all'anno, e sono in contrasto tanto con
l'impegno delle Istituzioni verso una politica di tutela degli
animali quanto con l'opinione pubblica sempre piu' contraria alla
sperimentazione su di essi". Al Governo, al Parlamento e al
settore della ricerca "chiediamo un maggiore impegno verso lo
sviluppo di metodi alternativi- dice Kuan- un ambito sperimentale
che avanza con successi concreti e utili per la salute umana
rendendo l'uso degli animali una pratica sempre piu' obsoleta ed
ingiustificabile".
In Italia il principio per il quale il metodo alternativo deve
essere preferito all'impiego di animali, stabilito dall'articolo
4 del Decreto Legislativo 116/92 in materia di protezione degli
animali usati a fini sperimentali, "viene del tutto ignorato sia
dall'utilizzatore di animali che dal ministero della Salute: una
situazione che va peraltro a tutto danno della ricerca biomedica
italiana e che riteniamo debba essere presto cambiata- sottolinea
la responsabile nazionale Lav settore vivisezione- un'inversione
di rotta indispensabile anche alla luce del recepimento della
nuova direttiva 2010/63 Ue: un'occasione che non deve essere
assolutamente sprecata dal ministero della Salute e dagli Enti
Governativi per supportare in Italia una nuova ricerca
all'avanguardia, che tuteli i pazienti umani ma anche gli
animali".
"Esistono centinaia di metodi alternativi di grande efficacia
(modelli informatici, analisi chimiche, indagini statistiche come
l'epidemiologia e la metanalisi, organi bioartificiali, microchip
al Dna, microcircuiti con cellule umane) e altri potrebbero
essere messi a punto investendo di piu' in questo innovativo
settore della ricerca- segnala la biologa Michela Kuan,
responsabile nazionale Lav settore vivisezione- anni fa sembrava
utopia fare ricorso a test senza animali, eppure oggi il 70%
della ricerca biomedica, ovvero della biologia della medicina,
non fa uso di animali (fonte: Istituto Superiore di Sanita')
cosi' come per verificare la contaminazione batterica di farmaci,
per i test di gravidanza, per diversi test di tossicita' su
sostanze chimiche (assorbimento cutaneo, mutagenesi e
genotossicita', fototossicita', embriotossicita'), in molti casi
di verifiche igienico-sanitarie su alimenti o in molte
esercitazioni a scopo didattico".
(Wel/ Dire)