(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 ott. - Le malattie
reumatiche sono un problema per la sessualita'. Lo sottolinea
un'indagine condotta dall'Osservatorio nazionale sulla salute
della donna (Onda) con l'aiuto dell'Associazione malati reumatici
e Mundipharma. Secondo la ricerca, presentata a Palazzo Marino e
basata sulle risposte di 719 persone (al 75% donne), il 53% degli
intervistati lamenta ripercussioni sulla vita di coppia a causa
dei reumatismi. Di questi, il 74% dichiara di non parlarne il con
proprio medico perche' crede che si tratti di una disabilita'
irrisolvibile.
Invece, migliorare la qualita' della vita, sociale e lavorativa,
si puo'. "Puntiamo a costruire unita' territoriali di medici di
base perche' condividano esperienze, aumentino le consapevolezze
e siano piu' disponibili verso i cittadini", annuncia l'assessore
comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, che ha
introdotto i risultati della ricerca. Cinquemila le schede
inviate in tutte le regione italiane per mano delle associazioni
di malati, poco piu' di 700 quelle compilate. Un dato in parte
spiegato dalla sottovalutazione o dalla scarsa coscienza del
problema sia dei pazienti che dei medici curanti. A soffire di
artrite reumatoide sono soprattutto giovani donne, tra i 35 e i
50 anni, che sopportano un dolore cronico piuttosto alto (pari a
6,2 su una scala da 0 a 10). Piu' in generale, in Italia si
contano 350 mila persone colpite da questa patologia, di cui
"quasi 10mila sono milanesi, di cui 7 mila sono donne tra i 35 e
i 50 anni", riporta Majorino.
Il sesso femminile, pero', di fronte a un'intimita' sessuale
compromessa non si tiene tutto dentro e preferisce confrontarsi
con il parere dell'esperto, che per il 64% dei casi e' il proprio
ginecologo. L'uomo (al 49%), invece, si confida piu' facilmente
con la sua compagna. Rigidita' e lentezza nei movimenti sono la
causa di rapporti sessuali meno intensi per il 68% degli
intervistati, ma la meta' dei pazienti mette sul banco degli
imputati anche il calo del desiderio. Non meno colpevoli, la
stanchezza (46%), le secchezza vaginale (36%), il dolore fisico e
l'insicurezza (entrambi al 21%).
Il problema e' che si tratta di una partita persa in partenza:
il 44% degli intervistati ha risposto che "non si puo' fare
nulla", il 26% non affronta il disagio perche' fonte di imbarazzo
e il 21% non chiede aiuto perche' non sa a chi rivolgersi. Ma
c'e' anche chi non si da' per vinto: il 28% delle donne e il 16%
degli uomini interpellati hanno il desiderio di parlarne con
qualcuno, prima o poi. Superato il riserbo, arriva la soluzione
dell'esperto.
Un intervento multidisciplinare che coinvolge psicologo,
ginecologo, andrologo, reumatologo e sessuologo e' quello che
suggerisce Giovanni Minisola, presidente della Societa' italiana
di reumatologia. Alessandra Graziottin, direttore del Centro di
ginecologia e sessuologia medica all'Ospedale San Raffaele
Resnati, accanto alla fisioterapia e al movimento fisico
consiglia anche la terapia ormonale, a base di estrogeno e
testosterone, capaci di sconfiggere la "depressione biologica" in
cui incappa il paziente per colpa delle infiammazioni croniche.
(Wel/ Dire)