DISABILITÀ. LA STORIA DI STEFANO CIATTI, MEDICO DISABILE
RADIOLOGO DI PRATO, SPECIALISTA ECOGRAFO, SI RACCONTA IN UN LIBRO
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 ott. - Presentato a Roma
presso palazzo del Seminario "Oltre ogni ragionevole scommessa",
il libro di Elena Grassi che racconta la storia di Stefano
Ciatti, disabile grave ma anche apprezzato professionista. Medico
radiologo di Prato, specialista ecografo, Stefano Ciatti si fa
raccontare in un libro che e' ironico, ma anche crudo. Nato nel
1951, Stefano racconta anche l'Italia di allora, l'approccio
all'handicap e la lotta per i diritti delle persone disabili:
studio, lavoro, assistenza si intrecciano con l'evoluzione della
scienza medica e della ricerca scientifica, regalando una storia
che mette insieme la storia individuale di uomo con la
trasformazione culturale e civile della societa'. Con la
prefazione di Ignazio Marino, il libro ha un costo di 12 euro per
un totale di 144 pagine.
"E' un libro - ha spiegato Mina Welby, intervenuta ieri alla
presentazione - su un medico che sin da piccolo ha dovuto
combattere per un nuovo approccio culturale alla disabilita'.
Stefano nasce nel 1951 e allora non esistevano diritti, ma solo
carita'. C'e' la famiglia che lo comprende e gli amici che lo
sostengono nelle sue lotte, ma c'e' anche una giovinezza in
Istituto. Ha dovuto lottare per studiare, e poi per lavorare, per
essere accettato alla pari. Non accudito, ne' assistito. Chiedeva
diritti, non carita'".
"Il libro parla di me, ma l'occasione mi e' gradita - ha
dichiarato il personaggio del libro, Stefano Ciatti - per
sottolineare l'eccezionalita' delle persone che ho incontrato
nella mia vita. I miei genitori, ad esempio, che pur con un
figlio disabile grave e senza diagnosi fino a 5 anni hanno
combattuto per i miei diritti in un ambiente culturale non ancora
pronto. Poi, i terapisti. Mi riferisco al professor Milani
Comparetti, fratello peraltro di don Milani, che ha portato
avanti un aspetto nuovo della riabilitazione: prendere in carico
il bambino nella sua interezza e nei suoi bisogni. Una
riabilitazione che era gia' integrazione sociale e che mi ha
permesso l'ingresso nella scuola media inferiore: sono stato il
primo disabile in Italia a frequentare la scuola pubblica"
"Allora - ha poi continuato Ciatti - non c'era niente. E' stata
una battaglia piu' grande di noi. Nessuno mi voleva: mi accolse
una scuola che era nata per gli orfani di guerra. Il salto da una
scuola protetta (elementare, ndr) ad una scuola "normale" e'
stato enorme e altamente formativo per tutti: facevo addirittura
l'arbitro nelle partite che i miei compagni giocavano. Poi sono
arrivate le leggi e sono andato avanti con le mie forze".
"La vita va vissuta - si legge nella prefazione - e restituita,
incrementata di valore". "Il messaggio - ha concluso Ciatti - va
anche a chi ha le gambe buone. Elena Grassi, in questo senso, e'
stata insuperabile sia come amica che come collega (pediatra,
ndr). Scrive per diletto, ma e' stata ottima: solo un linguaggio
femminile poteva coniugare cosi' bene impegno e leggerezza".
(Wel/ Dire)
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