A FIRENZE IL 32° CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETÀ SCIENTIFICA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 ott. - Pace maker, protesi
d'anca e di ginocchio, valvole cardiache impiantabili senza
chirurgia: sono tutti dispositivi medici di avanguardia
ampiamente usati negli ospedali. Ma uno su tre costa troppo
rispetto al beneficio che offre, quindi non e' innovativo. Per i
farmaci, invece, il rapporto costo/beneficio e' sfavorevole solo
in un caso su 10. Lo annuncia la SIFO (Societa' Italiana di
Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende
Sanitarie) che ha avviato due progetti per "misurare" il valore
clinico ed economico delle innovazioni tecnologiche, a cui dedica
il 32° Congresso Nazionale in corso a Firenze fino al 19 ottobre
con oltre 1000 partecipanti.
"Per contenere la crescita esponenziale della spesa sanitaria -
spiega la dott.ssa Laura Fabrizio, presidente SIFO - e'
necessario istituire quanto prima un governo dell'innovazione e
il ruolo del farmacista, sempre piu' dinamico, e' strategico per
raggiungere questo obiettivo. Nella nostra professione viviamo
un'interazione quotidiana con le nuove tecnologie declinate nelle
due forme, farmaci e dispositivi. I medicinali realmente
rivoluzionari, in grado di cambiare la vita dei pazienti e i
protocolli terapeutici, negli ultimi cinque anni non sono stati
piu' di una decina. I Registri nazionali sui farmaci innovativi,
soprattutto oncologici, ci permettono di capire quanto queste
terapie siano efficaci anche in rapporto al loro costo. Non sono
stati invece ancora adottati criteri analoghi per i cosiddetti
device, la cui immissione in commercio e' governata da criteri
molto meno rigorosi. È urgente studiare sistemi di
razionalizzazione e istituire un registro dei dispositivi: la
sfida in futuro e' governare la spesa relativa a questi strumenti
a livello sia locale sia nazionale". Uno degli ospedali piu'
grandi della Toscana, il "Careggi" di Firenze, spende piu' in
device che in medicinali. A livello nazionale la spesa
farmaceutico-ospedaliera complessiva e' riconducibile per il 55%
ai primi e per il 45% ai secondi. "L'utilizzo razionale delle
innovazione tecnologiche, a cui le nostre iniziative mirano, puo'
portare a un risparmio delle risorse - afferma il dott. Andrea
Messori, vicepresidente della SIFO -. La spesa sanitaria in
Italia nel 2010 e' stata pari a 104 miliardi di euro e quella
farmaceutica e ospedaliera ha inciso per il 5%. Il tetto
stabilito era del 2,4%, per cui si e' avuto uno sforamento del
100%. La selezione nel campo dei dispositivi deve essere piu'
aggressiva rispetto ai farmaci perche' le condizioni di partenza
sono diverse, non esistendo un organismo centrale regolatorio".
I due progetti attivati per misurare le innovazione tecnologiche
sono l'"Osservatorio SIFO Innovazione" e "Across Italy".
Il primo e' un'iniziativa indipendente del Laboratorio di
Farmacoeconomia per la valutazione clinica ed economica dei
prodotti innovativi. È condotto da circa 100 giovani farmacisti
con l'obiettivo di misurare in maniera sistematica alcuni
macroindicatori. Per ciascun prodotto esaminato viene messa a
disposizione una scheda di valutazione che riporta una sintesi
delle evidenze raccolte in letteratura e un'analisi economica.
"Across Italy - continua il dott. Messori - riguarda in modo
esclusivo i dispositivi medici. Ha caratteristiche operative e
organizzative peculiari. Sono stati coinvolti 11 ospedali: la
scheda di valutazione prodotta localmente in una specifica
struttura viene resa disponibile a tutti gli altri centri su un
sito internet, dove possono essere condivise le informazioni. È
la prima esperienza di questo tipo in Italia, multidisciplinare e
con il coinvolgimento di altre societa' scientifiche". Esiste
ancora una difformita' di accesso all'assistenza farmaceutica
nelle diverse Regioni. Perche' quest'ultima sia piu' equa,
accessibile ed uniforme sul territorio nazionale e' essenziale
affrontare la sfida della sostenibilita'. Con questo termine si
intende un sistema di governo della domanda dei servizi grazie
all'apporto dei professionisti della sanita'. Le mosse da seguire
sono: contenimento degli sprechi, maggiore trasparenza
nell'utilizzo delle risorse e investimenti nelle tecnologie
migliori.
"La figura del farmacista ospedaliero negli
ultimi anni e' cambiata radicalmente - sottolinea il dott. Pietro
Finocchiaro, segretario nazionale della SIFO -. Un tempo operava
prevalentemente dentro la farmacia, poi e' uscito 'all'esterno'
per avvicinarsi al paziente attraverso la consegna del primo
ciclo terapeutico dopo le dimissioni dall'ospedale e agli utenti
utilizzatori di farmaci innovativi o del Prontuario della
distribuzione diretta per la continuita' ospedale-territorio
(PHT) nelle farmacie territoriali delle Aziende Sanitarie.
L'ulteriore passaggio e' rappresentato dal contatto diretto con
il paziente allettato (e con il medico e l'infermiere) in
reparto, come testimonia la sperimentazione voluta dal Ministero
della Salute sulla nuova figura del farmacista di dipartimento".
Una sessione del Congresso e' dedicata alla figura del farmacista
ospedaliero in Europa, per capire le differenze esistenti tra il
nostro Paese e le altre nazioni. "Le tappe da compiere per
giungere ad uno sviluppo armonico della professione sul
territorio nazionale sono tante - conclude il dott. Alessandro
D'Arpino, segretario regionale SIFO Toscana -, in alcune realta'
e' ancora difficile dedicarsi ad attivita' diverse da quelle
"logistiche" a causa della cronica mancanza di risorse umane.
Esistono pero' in Italia farmacie ospedaliere di eccellenza, dove
l'attivita' viene svolta in maniera adeguata. Queste realta'
rappresentano un modello da imitare per tutti".
(Wel/ Dire)