(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 ott. - La vitalita' abita in
parrocchia. Sono le parrocchie infatti il primo promotore dei
servizi censiti nel quarto censimento dei servizi
socio-assistenziali e sociali e nel primo censimento sui servizi
sanitarilegati alla Chiesa italiana (vedi lancio precedente). La
parrocchia risulta essere l'ente gestore piu' frequente (25,9%
del totale dei 14mila servizi censiti). Una quota molto
significativa di servizi e' gestita da associazioni di
volontariato (21,1%), mentre la gestione diretta da parte di
Caritas (5%) e diocesi (1,3%) non e' frequente, anche se i
servizi promossi (anche se non gestiti) da queste due realta'
arrivano arrivano al 19%.
Quanto ai destinatari dei servizi, la gran parte si rivolge a
piu' categorie di persone (la "multiutenza e' al 37,6%), mentre
si rivolge agli anziani il 12,9% dei servizi, a minori il 10,6%,
alle famiglie il 10,2%, alla fetta anziani disabili il 6,4%.
Quote piu' piccole per persone con disagio mentale (2,8%),
persone senza dimora (2,6%), immigrati (2,5%), disabili (1,9%),
detenuti o ex-detenuti (0,8%), malati di Aids (0,4%). E' pero' da
rilevare che molte fra le categorie meno rappresentate hanno
comunque avuto una buona progressione nell'ultimo decennio: ad
esempio dal 2000 in poi e' stata aperto il 51,5% dei servizi
destinati a persone senza dimora, e percentuali simili si
registrano anche per i minori (il 51% dei servizi ha una vita
inferiore a dieci anni), e per le famiglie (il 49% dei servizi di
assistenza residenziale per famiglie e' nato nell'ultimo
decennio). In ogni caso, viene rilevato, una riflessione dovra'
essere attuata sulla ancora relativamente bassa quota di servizi
dedicati agli immigrati, categoria verso la quale l'attenzione
della Chiesa italiana e' particolarmente alta.
Quanto agli operatori, i servizi rilevati si avvalevano a fine
2009 del lavoro di oltre 420mila operatori, per il 96,1% laici e
per il 66,5% a titolo di volontariato. Gli operatori in servizio
civile erano 3044 (meno dell'1% del totale). I laici volontari
sono presenti soprattutto nei servizi di assistenza
socio-sanitaria e sociale, mentre chi ha una retribuzione opera
prevalentemente negli altri tipi di servizi.
"La rilevazione delle opere socio assistenziali ecclesiali -
dice mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della
Commissione episcopale Servizio carita' e salute e presidente di
Caritas Italiana - puo' aiutare il nostro impegno e aiutarci
nell'assunzione di iniziative adeguate ai bisogni, individuando
le carenze presenti, promuovendo un efficace lavoro di rete nelle
diocesi e ponendo le basi per un dialogo con le pubbliche
autorita'".
(Wel/ Dire)