DOMANI IN SENATO PER LA CREAZIONE DEL MARCHIO "DIOXIN FREE"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 ott. - Al Senato domani una
scuola di Taranto, l'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
Augusto Righi, proporra' un disegno di legge per la creazione del
marchio "Dioxin Free". Marco Morelli, lo studente che fara' da
relatore, ha spiegato di cosa si tratta: "Il disegno di legge in
discussione mira a definire un marchio di qualita' denominato
"Dioxin Free" che consente al consumatore di conoscere la
quantita' di diossine e pcb presenti nell'alimento che acquista.
Tale marchio di qualita' viene rilasciato solo se gli esami di
laboratorio attestano quantita' di diossine e pcb inferiori a
soglie minimali che il disegno di legge fissa a tutela dei
consumatori e della loro sicurezza alimentare".
Attualmente non vi e' alcun marchio di qualita' per gli alimenti
senza diossina, mentre per gli alimenti senza ogm (organismi
geneticamente modificati) si trova il marchio ogm free.
"L'aspetto innovativo di questo disegno di legge - ha precisato
lo studente - sta nel fatto che una parte delle analisi vengono
effettuate in laboratori accreditati scelti dai consumatori i
quali in prima persona individuano il campione da far analizzare.
Inoltre il disegno di legge consente una trasparenza sulle
analisi che verrebbero pubblicizzate su Internet creando una
competizione fra le aziende sul terreno della qualita' e della
sicurezza alimentare".
L'idea di un disegno di legge per proporre un marchio di questo
tipo e' sorta dopo un lavoro didattico coordinato da Alessandro
Marescotti, docente impegnato in campo ambientale e presidente di
PeaceLink. Il disegno di legge per promuovere alimenti
certificati "Dioxin Free" nasce dalla consapevolezza che esiste
un serio problema di contaminazione della catena alimentare di
cui si sono occupate le autorita' europee. Nel 2001 la
Commissione Europea invio' ai parlamentari europei una importante
comunicazione in cui si legge che "l'esposizione a diossine e a
PCB diossino-simili supera la dose tollerabile settimanale (TWI
Tolerable Weekly Intake) e la dose tollerabile giornaliera (TDI
Tolerable Daily Intake) in parte considerevole della popolazione
europea". Nella comunicazione si legge che "i prodotti della
pesca ed altri prodotti di origine animale rappresentano circa l'
80% delle fonti di contaminazione". La comunicazione del 2001
intendeva promuovere non solo l'informazione sui problemi della
contaminazione ma anche la consapevolezza per attuare strategie
di prevenzione. Infatti specificava: "Non basta semplicemente
informare l'opinione pubblica: occorre anche coinvolgerla
affinche' contribuisca in modo attivo alla prevenzione delle
emissioni di sostanze contaminanti nell'ambiente". Secondo
Alessandro Marescotti "a completamento di questa strategia di
prevenzione sarebbe utile promuovere un'educazione alimentare che
riduca il rischio di assunzione di diossine che, una volta
entrate nell'organismo, si bioaccumulano e hanno tempi di
persistenza notevoli". Le diossine rischiano di diventare un
problema in particolare per le donne che, con le gravidanze e
l'allattamento, cedono al feto e ai lattanti queste sostanze
definite POPs (Persistent Organic Pollutants), altamente
cancerogene e genotossiche (possono cioe' modificare il DNA che
si trasmette dai genitori ai figli).
In passato l'attenzione sulla sicurezza alimentare si e' per lo
piu' concentrata in passato sugli OGM, tanto da definire la
dizione "OGM Free". Ma mentre per gli OGM non e' dimostrata la
tossicita' ma si ricorre al "principio di precauzione", per
quanto riguarda le diossine e' assolutamente dimostrata la loro
tossicita' essendo classificate nel gruppo 1 dallo IARC (Agenzia
Internazionale Ricerca sul Cancro), ossia nel gruppo delle
sostante piu' cancerogene.
Lo studente Andrea Carabotta osserva: "Se i consumatori potranno
disporre di cibi "Dioxin Free" i genitori, ad esempio, potranno
scegliere latte che e' sottoposto a controlli ancora piu'
rigorosi. Questo e' solo un esempio di come il marchio Dioxin
Free potrebbe interagire con l'economia evitando che
l'alimentazione sia ridotta solo ad una competizione quantitativa
di prezzi senza guardare alla qualita' e alla sicurezza
alimentare".
Anche Simone Trivisani, un altro studente, dice la sua: "Va
sottolineato che il disegno di legge proposto richiama un'altra
esigenza: quella di ratificare la Convenzione di Stoccolma, ossia
la Convenzione per la messa al bando di dodici inquinanti
organici persistenti (i cosiddetti POP, persistent organic
pollutants) che e' stata firmata da piu' di novanta nazioni a
Stoccolma il 22 maggio 2001".
L'esigenza di definire uno standard Dioxin Free era stata
avanzata nel 1999 in un congresso scientifico da due esperti di
diossina: Stefano Raccanelli e Vladimiro Bonamin. Tuttavia nessun
rappresentante politico raccolse la proposta. Grazie ai
suggerimenti del dottor Stefano Raccanelli e' stato possibile
definire un limite di legge per il marchio Dioxin Free, che
verrebbe attribuito solo agli alimenti che non superano un
centesimo della dose tollerabile giornaliera di diossine e pcb
riferita a un organismo umano di 70 chilogrammi che consumi 100
grammi dell'alimento preso in considerazione.
(Wel/ Dire)