(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 nov. - Essere single non
aiuta il sonno. A soffrire particolarmente di insonnia e disturbi
legati al riposo notturno sarebbero, secondo uno studio curato
dalla dott.ssa Lianne Kurina per conto dell'Universita' di
Chicago (USA), le persone sole. Anzi, quanto maggiore e' il senso
di solitudine (reale o psicologica) percepito, tanto piu' cattiva
sembra essere la qualita' del sonno. La ricerca, pubblicata sulla
rivista Sleep, si e' basata su un esperimento che ha visto
coinvolti 95 volontari, sia uomini che donne, di cui la meta' era
costituita proprio da single. A tutti, e' stato chiesto di
compilare un questionario in cui dovevano indicare, secondo una
scala di valori, il loro livello di solitudine, inteso proprio
come senso di isolamento reale e interiore.
Successivamente, le stesse persone dovevano indossare un
"braccialetto" prima di andare a dormire, che in realta' era un
dispositivo attraverso il quale i ricercatori potevano monitorare
il loro sonno. Questo strumento, chiamato ActiGraph, riesce
infatti a rilevare sia le interruzioni del sonno, che i movimenti
del corpo durante la notte.
Alla fine dell'esperimento, e' emerso che per ogni punto in piu'
sulla scala di misurazione del livello di solitudine, il paziente
manifestava l'8% in piu' di problemi di insonnia o di sonno
disturbato. Secondo gli esperti, i single o comunque chi e' solo
avrebbe maggiori difficolta' a dormire bene la notte perche'
psicologicamente si sentirebbe meno al sicuro, cosa che
influirebbe sul sistema nervoso e sui ritmi del sonno.
(Wel/ Dire)