RICERCA PUBBLICATA SULLA RIVISTA NEUROBIOLOGY OF AGING.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 nov. - "In gravidanza 'cin
cin' solo con l'acqua", perche' abusare di alcolici e' gia' di
per se' dannoso, ancora di piu' lo e' "durante la gestazione". Ad
affrontare l'argomento una ricerca pubblicata sulla rivista
Neurobiology of Aging realizzata da Istituto di biologia
cellulare e neurobiologia del Cnr e Centro di riferimento
alcologico della Regione Lazio-Universita' la Sapienza di Roma.
Per l'indagine e' stato utilizzato un modello animale
sperimentale di sindrome feto alcolica. "I risultati della
ricerca", spiega Marco Fiore dell'Ibcn-Cnr, "hanno mostrato che
nei topi anziani nati da madri esposte durante la gravidanza ad
alcol i fattori di crescita Ngf, Bdnf, Hgf e Vegf hanno subito
delle alterazioni, sia nel cervello sia nel fegato e nel rene. In
particolare l'Ngf (Nerve growth factor) scoperto da Rita
Levi-Montalcini, ha un ruolo chiave nella vita delle cellule
nervose del cervello e del sistema nervoso periferico, il Bdnf
(Brain derived neurotrophic factor) previene la degenerazione
delle cellule cerebrali, l'Hgf regola crescita e metabolismo
delle cellule epatiche e ha un ruolo di protezione delle cellule
nervose del cervello, il Vegf, partecipa ai processi rigenerativi
dei tessuti vascolari e del fegato a seguito del danno indotto da
epatiti".
I dati evidenziano effetti diversi a seconda della modalita'
dell'esposizione ad alcool durante la gravidanza. "Il danno
cerebrale nel topo anziano a livello dei fattori di crescita non
si osserva se l'esposizione avviene sotto forma di vino rosso,
grazie alla presenza di composti con proprieta' antiossidante e
neuroprotettiva come polifenoli e antociani", prosegue Mauro
Ceccanti del Centro di riferimento alcologico.
"Dati piu' recenti, in via di pubblicazione, hanno dimostrato
come tale protezione a livello dell'Ngf e del Bdnf e' stata
osservata anche su tessuti del sistema endocrino come la tiroide.
Pur tuttavia gli effetti deleteri dell'alcool sul fegato e sul
rene 'anziano' sono osservabili anche se l'alcool viene
somministrato sotto tale forma, vale a dire che gli effetti
antiossidanti e neuroprotettivi non sono comunque sufficienti a
contrastare totalmente il danno indotto dall'alcool durante la
gravidanza".
Continua la nota: "Sono circa il 4,7% i bambini che presentano
alla nascita forme non conclamate di sindrome feto alcolica e di
questi ben lo 0,8% dei nuovi nati mostra addirittura un ritardo
mentale con dismorfologie facciali, alterato sviluppo delle ossa
del cranio e deficit di crescita", conclude Fiore. "La relazione
tra esposizione all'alcool nel grembo materno e gravita' del
danno nel nascituro, cosi' come gli effetti a lungo termine, non
sono ancora determinati con certezza. Il rischio di partorire un
bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica comunque
esiste. Alcuni fattori come fumo di sigarette, consumo di droghe
o farmaci, stress ambientali o maggiore sensibilita' della madre
all'alcool anche per cause genetiche possono amplificare tale
danno. Altri, per esempio una dieta equilibrata e ricca di
verdure o l'assunzione di vitamine soprattutto del gruppo B, come
l'acido folico o la tiamina, possono invece contribuire a
limitare il danno".
(Wel/Dire)