(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 31 mar. - Coprodotto in Belgio
dal Cre'ahm-Bruxelles e dall'Espace Catastrophe, centro di
ricerca e creazione, "Complicite's" e' uno spettacolo di ampio
respiro, frutto di un lavoro durato tre anni, dal 2007 al 2010.
La sua particolarita' e' quella di presentare in scena un'equipe
artistica composta da 18 persone, sette artisti professionisti -
un musicista, un acrobata, un giocoliere, un equilibrista, un
break-dancer, due attori - e undici disabili mentali, che durante
tutto il periodo della realizzazione dello spettacolo hanno
lavorato fianco a fianco, creando appunto delle complicita' nate
soprattutto dall'approccio fisico e naturale di tutti alla scena
e alle tante discipline toccate. Non solo teatro, ma anche danza,
capoeira e arti circensi.
E' la sintesi, breve ma efficace, di "Complicite's", il percorso
artistico che ha visto protagonisti fra gli altri anche persone
con disagio psichico e mentale e che viene ospitato all'interno
di Mirabilia, il Festival internazionale di teatro urbano in
programma dal 8 al 12 giugno a Fossano in provincia di Cuneo.
Giunta alla sua quinta edizione, Mirabilia ha scelto quest'anno
di indirizzarsi verso il circo-teatro, il circo di ricerca e il
circo contemporaneo. Con 8 coproduzioni in residenza e 3
residenze senza sostegno economico, il festival e' membro
riconosciuto dei circuiti europei, grazie sopratutto all'elevato
livello qualitativo che riesce a proporre e che riscuote ormai
grande interesse in tutta Europa. Questi fattori hanno
determinato il supporto economico al festival da parte
delministero dei Beni e attivita' culturali.
"Complicite'" ben si inserisce in questo indirizzo. Sotto la
direzione di Cathe'rine Magis, affiancata da tre consiglieri
tecnici professionisti del teatro, il gruppo "dei complici" ha
lavorato all'incontro con naturalezza, mettendo al centro del
progetto i desideri e gli impulsi di ciascuno, l'incontro nelle
differenze dei loro sogni e pensieri, oltre che delle diverse
competenze artistiche. Il risultato di questo percorso votato a
mettere in luce le relazioni spaziali e narrative tra i
partecipanti attraverso giochi, colori e performance tecniche, e'
un'affermazione dei linguaggi corporali dell'artista circense e
dell'attore, espressi attraverso immagini, suoni e sensazioni
nati per coinvolgere lo spettatore. Sovrasta la scena una grande
e spettacolare struttura illuminata da quattro fari. E' intorno
ad essa che si articola l'azione, vestendo, camuffando e trovando
usi nuovi a quest'ingombrante oggetto di scena, che e' anche la
base indispensabile di tutti i numeri aerei con i tessuti, le
corde, gli oggetti attaccati a varie altezze - ad esempio
poltrone. Le quinte sono sotto gli occhi del pubblico, gli
artisti non lasciano mai il palco ma lo popolano accompagnati
dalle melodie patafoniche nate grazie a Max Vandervorst. Anche
questo tipo di sperimentazione muusicale, votato a risvegliare il
musicista in ognuno, segue la linea dell'intera produzione e si
declina qui tramite un variegato intreccio di strumenti come
dijiridou, flauto di pan, guiro e trombone.
L'intero processo della creazione e' stato seguito e documentato
dal fotografo Jean-François Rocher ed e' oggetto di
un'esposizione fotografica, di un libro che raccontera' le prime
rappresentazioni, tra cui quelle di Fossano, e per finire di un
soggetto di un documentario del giornalista e regista Philippe
Cornet.
(Wel/ Dire)