(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 31 mar. - Con una collezione di
circa 1700 opere d'arte e un centro di documentazione di circa 2
mila volumi, il Mad Muse'e (Muse'e de l'Art Differencie'e) di
Liegi (Belgio) e' un museo ed un'iniziativa unica nel suo genere.
Emanato nel 1998 dal Creahm (Cre'ativite' & handicap mental), un
laboratorio creativo per persone con handicap mentale a Liegi, e
ufficialmente riconosciuto come museo dalla Comunita' francofona
del Belgio nel 2008, il museo ospita ed espone al pubblico opere
d'arte di persone affette da malattia mentale provenienti da
tutto il mondo.
Diverse centinaia di opere della collezione inoltre appartengono
ad artisti italiani.
"La prima nazionalita' presente nella collezione dopo gli artisti
belgi sono gli italiani, seguiti da tedeschi, olandesi ed
inglesi. Le opere provengono da tutto il mondo - spiega Brigitte
Van den Bossche, responsabile del Centro documentazione e della
comunicazione -. Le opere degli artisti italiani ci piacciono
particolarmente".
L'istituto collabora da diversi anni con laboratori italiani
come il Blu Cammello di Livorno, La Tinaia di Firenze, dal quale
ha recentemente acquisito numerose opere, La Manica Lunga a
Cremona, il laboratorio Adriano e Michele a San Colombano al
Lambro (Mi) e l'Alce in Rosso a Castiglione delle Stiviere (Mn),
tutte associazione e officine creative collegate ad istituti
psichiatrici. In passato il museo ha inoltre collaborato con
Bianca Tosatti, critica d'arte contemporanea e uno dei maggiori
esperti di "art brut" - o arte marginale, manicomiale - che ha
lavorato in Italia con i responsabili di numerosi atelier
psichiatrici.
Il museo e' una emanazione del centro di creativita' per persone
con handicap mentale Creahm, fondato dall'artista ed educatore
Luc Boulanger nel 1979. "Luc Boulanger credeva nel principio che
tutti gli uomini possono essere artisti se incoraggiati ad
esprimere la propria creativita' - dice Van den Bossche -. Quando
il laboratorio negli anni novanta si e' trasferito in un altro
edificio, in questo edificio e' stato creato il museo."
Attualmente la collezione permanente non e' accessibile al
pubblico, in quanto l'attuale edificio non e' piu' idoneo
all'esposizione. In attesa di trovare una nuova sede, il Mad
Muse'e organizza ogni anno una serie di esposizioni temporanee.
Dal novembre 2010 fino a fine febbraio 2011 ad esempio e' stato
possibile visitare la retrospettiva sull'artista Alessandra
Michelangelo, che ha lavorato al Blu Cammello di Livorno.
"Una mostra molto importante perche' Alessandra e' un artista
incredibile," afferma Van den Bossche. "Grazie alla
collaborazione con Riccardo Bargellini del Blu Cammello, abbiamo
organizzato la prima esposizione personale di Alessandra
all'estero accompagnata dalla prima pubblicazione in assoluto di
un catalogo sulle opere dell'artista. Siamo rimasti molto
scioccati alla notizia della sua morte nel 2009."
Durante l'anno il museo espone ogni tre mesi circa una selezione
di opere della collezione permanente al Grand Curtius di Liegi.
"Dal punto di vista dell''art differencie'e', raramente
riconosciuta nei circuiti artistici ufficiali, il Grand Curtius
e' una fortuna per noi perche' si tratta di un museo molto
prestigioso a Liegi - afferma Van den Bossche -. In questo modo
abbiamo occasione di mostrare le opere ad una gran quantita' di
turisti e visitatori." Fino al mese scorso al Grand Curtius erano
esposte opere di artisti italiani della collezione del Mad
Muse'e. La mostra, "Se non e' vero, e' bello", e' stata curata da
Gustavo Giacosa, attore e ballerino della compagnia Pippo
Delbono, appassionato di outsider art e curatore di numerosi
eventi sul rapporto fra arte e follia. Le opere, di artisti come
Franco Bellucci, Salvatore Pirchio, Giampaolo Coresi, Riccardo
Sevieri, Umberto Bergamaschi, Maria Grazia Trevisonno e numerosi
altri artisti tutti provenienti da laboratori creativi italiani,
rappresentano per la maggior parte figure umane, con l'intento di
esplorare il rapporto con l'altro.
Negli anni passati il Mad Muse'e ha organizzato diverse
esposizioni personali di artisti italiani come Franco Bellucci
del Blu Cammello nel 2007 - la sua prima esposizione fuori
dall'Italia - o Antonio della Valle della Manica Lunga nel 2006.
Purtroppo pero' non sempre gli artisti hanno l'opportunita' di
vedere le proprie opere esposte.
"Le opere che selezioniamo vengono da laboratori artistici che
non hanno necessariamente scopo terapeutico. Ci basiamo in primo
luogo su un canone estetico e nell'esporre le opere cerchiamo
innanzitutto di valorizzare l'opera piuttosto che il vissuto
personale e la storia psichiatrica dell'artista. Vogliamo che la
gente impari a vedere ed apprezzare questo tipo di arte
differente - spiega Van de Bossche -. E' inoltre necessario che
l'artista abbia alle spalle una 'storia' artistica, un percorso
definito, che non sia insomma alle prime armi".
Il museo espleta questa missione di educazione ad una "visione
piu' ampia" anche attraverso visite guidate ed eventi educativi
rivolti soprattutto ad un pubblico giovane, in particolare
scuole. Nel centro di documentazione vi sono inoltre circa 2 mila
volumi accessibili al pubblico sull'"art differencie'e" e
l'"outsiders art" o "art brut". "Il centro di documentazione ha
come obiettivo di fornire una prospettiva sull''art
differencie'e" e sull''art brut' piu' ampia rispetto alla
collezione del museo. Spesso artisti outsider sono persone sole
con una pulsione verso l'arte che producono opere senza possedere
un passato accademico o frequentare un ambiente artistico. Un
esempio e' Filippo Bentivegna a Sciacca in Sicilia, che era un
contadino con la passione per la scultura", afferma Van den
Bossche.
Per i prossimi due anni il museo sta lavorando al Nomad project,
con lo scopo di esporre le opere della collezione in luoghi
sempre diversi - musei, associazioni - e anche in paesi diversi.
Sta inoltre progettando, in collaborazione con Riccardo
Bargellini, la prima pubblicazione su Riccardo Sevieri, un
artista del Blu Cammello.
(Wel/ Dire)