700 RESIDENZE SENZA CONTROLLI. COSTANO FINO A 4.200 EURO L'ANNO
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 31 mar. - "Una giungla di
servizi e residenze, dove sul concetto di adeguatezza prevale la
carenza di trasparenza e regolamentazione". E' quanto denuncia la
prima ricerca nazionale Auser sulle case di riposo presentata
questa mattina a Roma.
Oggetto d'indagine il sistema delle residenze sanitarie
assistenziali (Rsa, che assistono in modo particolare ma non solo
anziani non autosufficienti) e delle residenze assistenziali (Ra,
che invece ospitano soprattutto utenti autosufficienti e con una
lieve non autosufficienza), le cosiddette case di riposo. Una
ricerca che mette a confronto dati ufficiali che spesso non
riescono a dare il quadro reale della situazione, con dati
rilevati sul campo e anche, per cosi' dire, "poco convenzionali".
"Basta la mappatura dei principali elenchi telefonici e
commerciali delle case di riposo per far emergere buona parte del
sommerso: cioe' fino a 700 residenze che vivono nell'oscurita',
senza contatti con gli enti pubblici, con la comunicazione
all'esterno ridotta al lumicino e con pochissimi controlli a
carico. Le consistenze delle case di riposo variano a seconda
delle fonti ufficiali e informali che si occupano delle strutture
residenziali".
Confrontando i dati con quelli ufficiali, spiega l'Auser, ci si
rende conto di quale consistenza possa avere la zona d'ombra
soprattutto in alcuni ambiti, come le Ra a cui il rapporto dedica
maggiore attenzione proprio perche' "negli ultimi anni e'
cresciuta in modo considerevole la presenza di irregolarita' e di
fenomeni di disagio sociale". L'ultimo censimento del ministero
dell'Interno delle "strutture residenziali di accoglienza per
anziani" (Rsa e Ra), spiega l'Auser, parla di 5.858 strutture
pubbliche e private al 31 dicembre 2008, di cui 3.409 strutture
che "accettano anziani non autosufficienti". I posti letto
complessivi ammontano a circa 287.532, di cui 100.282 garantiti
dalla gestione pubblica e 171.445 gestiti privatamente. In base
alle statistiche elaborate da Agenas (su dati del Ministero della
Salute), nel 2007 il numero delle Rsa era pari 2.475, dotate di
152.745 posti letto, con un numero di utenti pari a 220.720 di
cui circa il 34% concentrati nella sola Lombardia. Ma andando a
fare un giro sulle pagine di un elenco telefonico ci si puo'
imbattere in qualcosa di diverso e un po' piu' articolato. "Con
una nostra ricognizione abbiamo individuato, in particolare
attraverso il sito delle Pagine Gialle, con chiave di ricerca
'case di riposo' 6.389 strutture (al 28 febbraio 2011), alle
quali occorre aggiungerne ulteriori 326 che provengono dagli
elenchi della Camera di Commercio e da altre fonti collegate ad
associazioni del terzo settore. Per un totale di 6.715 strutture
residenziali. Tenuto conto che nella voce 'casa di riposo'
trovano ospitalita' non solo le residenze assistenziali ma anche
le Rsa, la prima tipologia di strutture (Ra) e' stata isolata e
quantificata in circa 3.750 unita'".
Dall'incrocio dei dati emerge per l'Auser una situazione
preoccupante. "Abbiamo almeno 700 strutture socio-assistenziali o
case di riposo private di cui si conosce molto poco: non sono
presenti negli elenchi regionali e comunali di competenza, non
operano sicuramente in regime di accreditamento, non si sa se
sono in possesso di autorizzazioni. In diversi casi esse non
necessitano neanche di autorizzazione al funzionamento, tenuto
conto che parte delle regioni ha introdotto il regime di
autorizzazione e accreditamento solo per le strutture pubbliche e
convenzionate con il pubblico". "Suggestivo" secondo l'Auser,
infine, il dato sulla distribuzione geografica delle strutture
residenziali. "A ospitarne di piu' e' la Sicilia - spiega lo
studio -, con circa 900, di cui il 94% risulta 'privato'. In
questa regione, in sostanza, il numero delle strutture
residenziali 'ufficiali' censite dal Ministero dell'Interno (499
al 31 dicembre 2008), cresce in modo considerevole fino ad
avvicinarsi al raddoppio, se si 'ragiona' con gli elenchi
telefonici e con altre fonti informali e locali".
Secondo lo studio si conferma il ritardo dell'azione regionale
di indirizzo e regolamentazione. "Per quanto riguarda le
strutture socio-sanitarie, sono passati piu' di dieci anni
dall'approvazione delle norme (dlgs 502/92 e dlgs 229/99) che
hanno introdotto il regime di accreditamento e autorizzazione per
queste residenze. Tuttavia, ancora oggi in alcune regioni il
processo non si e' concluso". Secondo i dati riportati, a
dicembre 2010 circa il 63, 3% delle residenze per anziani era
definitivamente accreditato, un valore che esprime una forte
variabilita' territoriale: nel nord-ovest raggiunge l'89,5%, nel
mezzogiorno il 71,7%, nell'Italia insulare: 55,8%, nel nord-est
si abbassa al 14,7%, fino al 7,2% del centro. "Per quanto
riguarda invece il sistema di accreditamento e autorizzazione
introdotto per le Ra e disciplinato dalla legge 328/2000, la
maggior parte delle regioni ha concluso il percorso
amministrativo solo negli ultimi anni, con conseguente scarsa
operativita' delle regole".
(Wel/ Dire)