(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 28 mar. - Altro che mercato di
nicchia: il turismo accessibile ha un bacino di utenza di oltre
140 milioni di persone, per un introito di 89 miliardi di euro. A
sfatare l'errato pregiudizio che l'accessibilita' sia un'esigenza
di pochi ci ha pensato Angelika Laburda dell'European network for
accessible tourism (Enat), nel corso del meeting europeo ospitato
a Gitando.all a Vicenza (vedi lancio precedente). "Il mercato
potenziale del turismo accessibile interessa secondo i nostri
calcoli 89 milioni di persone disabili - ha spiegato la referente
di Enat -. tutte queste persone non vorrebbero viaggiare da sole,
ma con amici e parenti. Per cui il dato va moltiplicato almeno di
una volta e mezza: cosi' arriviamo a 127,5 milioni di persone,
cioe' il 27% della popolazione europea". E questo senza includere
le persone in condizioni di disabilita' temporanea o i genitori
che viaggiano con le carrozzine dei bimbi e che possono avere lo
stesso bisogno di accessibilita': "Sommando tutto si arriva a
calcolare 133 milioni di turisti, per un introito economico di 89
miliardi di euro. Non si puo' dire che si tratti di un prodotto
di nicchia".
L'Italia su questo versante sembra promettere bene: secondo le
rilevazioni di Ttg Italia, che monitora la percezione degli
operatori stranieri riguardo al turismo italiano, il 77% dei
buyers considera il paese accessibile. Ci sono pero' quattro
punti di criticita' forte: stazioni ferroviarie, mezzi di
trasporto, sistemazioni alberghiere e ristoranti. "Sono carenze
che devono essere colmate presto - avvisa Paola Tournour-Viron -
se vogliamo tenere il passo con i nostri diretti e piu'
pericolosi competitor, che sono Francia, Germania e Regno Unito".
All'Italia e' chiesta maggiore formazione professionale, a
partire dagli istituti per il turismo e alberghieri, e una
maggiore attenzione verso i problemi delle intolleranze
alimentari: "Basta poco per rispondere alle esigenze di persone
con celiachia, per fare un esempio". Infine, dall'estero arriva
all'Italia la richiesta di migliore preparazione degli addetti al
settore delle aree montane.
(Wel/ Dire)