TRE PROGETTI UE PER CERCARE DI CAPIRE I POSSIBILI EFFETTI
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 24 mar. - L'Unione europea ha
lanciato tre distinti progetti per valutare il possibile impatto
ambientali dei farmaci che, attraverso le acque di scarico,
finiscono nei fiumi, nei laghi o nel mare. Molte medicine, come
gli antivirali per prevenire o curare l'influenza, sono infatti
ancora attive quando entrano nel sistema delle acque di scarico.
In caso di pandemia quindi, potrebbero esserci grandi
concentrazioni di tali sostanze dirette verso gli impianti di
trattamento delle acque reflue. I tre filoni di ricerca sostenuti
dalla Ue analizzano i rischi ecotossicologici della risposta
medica ad un'ipotetica pandemia di influenza.
Si tratta di 'Dinanets' (elaborazione fenomeni del mondo reale
con cambiamento dinamico di reti complesse), 'Epifor'
(Complessita' e prevedibilita' delle epidemie: verso una
infrastruttura di calcolo per le previsioni di un'epidemia) e
'Epiwork' (Sviluppare il quadro di una infrastruttura
previsionale in un'epidemia). I ricercatori hanno esaminato la
quantita' di antivirali e antibiotici che potrebbero finire nelle
acque di scarico in seguito a casi di pandemie virali come
appunto l'influenza, visto che il nostro organismo non assorbe
completamente i farmaci.
Gli scienziati hanno realizzato vari modelli e simulazioni per
cercare di capire i possibili effetti sull'ambiente. Per valutare
il rischio per l'approvvigionamento di acqua, sono stati messi
insieme un modello computerizzato che simulava le quantita' di
farmaci che sarebbero usati durante una pandemia di influenza di
varia gravita' e un modello della qualita' dell'acqua per la zona
di captazione delle acque del Tamigi (Inghilterra). Un altro
modello e' stato usato per valutare i possibili effetti sui fiumi
e uno sugli impianti di trattamento delle acque reflue. Alte
concentrazioni di antivirali e antibiotici potrebbero avere
conseguenze per la microfauna usata nei depuratori per degradare
la sostanza organica dalle acque reflue, impendendone la crescita
e riducendo l'efficacia del fango attivo.
Conseguentemente, le acque reflue non sufficientemente
trattate, potrebbero entrare nei corpi idrici ricettori, ed avere
conseguenze significative per la qualita' dell'acqua potabile e
per l'ambiente.
Ulteriori criticita' sono state evidenziate dal Centro di
ecologia e idrologia del Regno Unito. "Il potenziale rilascio
diffuso di antivirali e antibiotici nell'ambiente - ha
sottolineato il professor Andrew Singer, ricercatore della
struttura britannica - potrebbe accelerare lo sviluppo di
patogeni resistenti con implicazioni per la salute umana durante,
e potenzialmente ben oltre, la fine formale della pandemia".
I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista
Environmental Health Perspectives, indicano che le implicazioni
ecotossicologiche di una pandemia lieve sono probabilmente
trascurabili, invece, una pandemia moderata o grave potrebbe
causare problemi all'ambiente. Secondo le proiezioni dei
ricercatori la soglia dell'inibizione della crescita microbica
sarebbe superata per la maggior parte degli impianti di
trattamento delle acque reflue e cio' potrebbe avere conseguenze
sulla qualita' dell'acqua per una percentuale del fiume che va
dal 5 al 40%.
Sul fronte della prevenzione lo studio ha messo in evidenza
che la distribuzione efficace di vaccini pre-pandemici e
pandemici contro l'influenza, potrebbe contribuire
significativamente ad alleviare tutti i problemi per la salute
pubblica e l'ambiente identificati nella ricerca. "Siamo ancora
nel campo delle ipotesi e della sperimentazione- ha aggiunto
Singer- per questo la ricerca nel settore deve andare avanti ed
essere sostenuta. Dobbiamo sviluppare migliori conoscenze
sull'ecotossicita' degli impianti di trattamento delle acque
reflue prima di poter valutare in modo affidabile i rischi
causati dalla risposta medica a una pandemia di influenza".
(Wel/ Dire)