(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mar. - Le persone con
disabilita' intellettiva e relazionale possono fare attivita'
sportiva, anche a livello agonistico, perche' "essere differenti
e' normale anche nello sport". È quanto recita lo slogan sulla
copertina del vademecum "Orientamenti sulla pratica sportiva per
gli atleti con sindrome di down", a cura di CoorDown
(Coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con
sindrome di down) e Fisdir, la Federazione italiana sport
disabilita' intellettiva e relazionale. Presentato oggi a Roma in
occasione della Giornata internazionale delle persone con
sindrome di down, il vademecum ha lo scopo di fornire
informazioni alle famiglie e alle varie associazioni che si
occupano di disabilita' con indicazioni di natura medica,
legislativa e con tutti i riferimenti utili per avviare la
pratica sportiva. Inoltre, l'iniziativa vuole essere anche uno
spunto per i tecnici le societa' sportive affinche' facciano la
loro parte nell'incoraggiare la partecipazione di tutti. "Per il
momento ci siamo occupati solo delle discipline individuali, ma
l'obiettivo e' allargarci anche agli sport di squadra - ha
sottolineato Sergio Silvestre, coordinatore nazionale di CoorDown
- Ci sono gia' delle esperienze di squadre integrate composte da
normodotati e disabili, cosa che lascia pensare che il percorso
intrapreso sia valido e possibile". Per Silvestre la
collaborazione tra federazioni sportive e associazioni che si
occupano di disabilita' e' "un binomio positivo e importante per
raggiungere l'obiettivo della completa inclusione".
"Questo vademecum e' il risultato del matrimonio tra Coordown e
mondo paralimpico - ha dichiarato Luca Pancalli, vice presidente
del Coni e presidente del Comitato italiano paralimpico -
Stabilire delle sinergie forti e' fondamentale per diffondere la
consapevolezza tra le famiglie che lo sport non ha limiti, anche
per i down". L'iniziativa vuole infatti incoraggiare le famiglie
a non sottovalutare i benefici dell'attivita' sportiva, dai
migliori livelli di salute generale e soddisfazione personale
fino alla socializzazione e alla partecipazione. "L'importante e'
allargare la partecipazione - ha sottolineato Pancalli -. Certo,
poi se si vince e si conquistano anche le medaglie tanto meglio,
ma intanto e' fondamentale far sapere che le possibilita' ci sono
e sono utili per tutti, anche per chi non diventa un campione".
Anche per Marco Borzacchini, vicepresidente del Comitato italiano
paralimpico e presidente Fisdir, le medaglie sono utili per dare
visibilita' alle iniziative sportive per le persone disabili e in
questo modo rendere le famiglie consapevoli dell'importanza dello
sport per i ragazzi, anche senza essere necessariamente dei
campioni."Negli ultimi sei anni e' piu' che raddoppiata la
domanda alla partecipazione sportiva da parte di persone con
disabilita' intellettiva e relazionale - ha notato Borzacchini -,
ma ci sono ancora tanti pregiudizi in giro. Percio' questo
vademecum vuole informare le famiglie e incoraggiarle a dare ai
loro ragazzi la possibilita' di esprimersi anche in ambito
sportivo".
(Wel/ Dire)