(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 21 mar. - Tutti i giovani
italiani sotto i 30 anni sono immunizzati dal virus dell'epatite
B, ovvero, non contrarranno mai questa insidiosa malattia che
colpisce il fegato e che puo' portare allo sviluppo di neoplasie
o cirrosi. In pratica, questi ragazzi hanno una importante chance
in piu' di non ammalarsi di cancro epatico. Un risultato
eccellente, che dobbiamo alla introduzione obbligatoria del
vaccino per tutti i neonati e i bambini al di sotto dei 12 anni.
La Legge divenne operativa nel 1991, e cosi', ad oggi, possiamo
legittimamente felicitarci per aver sostanzialmente debellato
questa patologia virale, la peggiore delle forme di epatite che
possono colpire l'essere umano.
Tra l'altro, da sottolineare che in questa strategia sanitaria
vincente l'Italia si e' posta all'avanguardia nel mondo, e ora
molti altri Paesi importano l'idea dell'immunizzazione
obbligatoria per i minori. "Prima dell'entrata in vigore della
legge che ha reso obbligatoria la vaccinazione - spiega con
soddisfazione Alessandro Zanetti, Direttore del Dipartimento di
Igiene dell'Universita' di Milano - il vaccino veniva
somministrato, fin dal 1983, alle persone considerate a rischio
per l'infezione sia per gli stili di vita (per esempio,
tossicodipendenti), sia per la professione (personale sanitario).
E anche certi pazienti come i dializzati e o i politrasfusi".
Tuttavia, l'Organizzazione mondiale della Sanita' (OMS),
sosteneva la necessita' di immunizzare i neonati. "L'Italia e'
andata oltre - prosegue il dott. Zanetti - Da noi, infatti, la
malattia si trasmette diversamente rispetto ad altri Paesi,
soprattutto asiatici e mediorientali, Da quelle parti e'
prevalente il contagio materno-fetale e quello fra bambini,
mentre in Italia le vie di trasmissione piu' frequenti sono i
rapporti sessuali e gli aghi infetti".
Gli individui vaccinati contro l'epatite B, non solo sono
immunizzati da questo specifico e pericolosissimo virus, ma
evitano anche il rischio di contrarre altre forme virali di
epatite che, seppur meno letali, sono comunque in grado di
provocare alterazioni croniche. Parliamo delle sovra infezioni
del virus Delta: "Il virus Delta, endemico in Italia - specifica
Zanetti - e' un virus difettivo: in altre parole ha bisogno del
virus B per replicarsi. Si capisce allora perche' il vaccino
contro il virus B protegga anche dal Delta".
(Wel/ Dire)