OSSERVASALUTE: 22% DI FUMATORI, LEGGERA MAGGIORANZA AL SUD.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 mar. - Le malattie legate al
sistema circolatorio, in questo momento, in Italia sono le cause
di morte piu' frequenti. La percentuale di fumatori, invece, si
calcola pari al 22,2%. Lo dice il Rapporto Osservasalute (2010),
giunto all'ottava edizione, pubblicato dall'Osservatorio
Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso
l'Universita' Cattolica di Roma e coordinato dal Walter
Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facolta' di
Medicina e Chirurgia.
FUMO - Nel 2008 si stima che, la quota di fumatori tra la
popolazione di 14 anni e oltre, sia pari al 22,2%. Il dato e'
rimasto complessivamente stabile negli ultimi anni. Non emergono
grandi differenze territoriali, anche se si riscontra una leggera
prevalenza nell'abitudine al fumo nelle regioni meridionali.
Rispetto ai dati del 2007 (Rapporto Osservasalute 2009), si
evidenzia un aumento dei fumatori soprattutto in Calabria (che
passa dal 17,0% al 20,6%) e in Puglia (dal 20,8% al 22,5%) e una
diminuzione in Liguria (dal 23,2% al 20,2%). Le persone che hanno
smesso di fumare sono aumentate nel periodo dal 2001 (20,1%) al
2008 (22,9%), in modo lento ma costante, con una distribuzione
degli ex-fumatori prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord
(Valle d'Aosta 25,7% e Umbria 27,3%) rispetto al Sud (Campania
18,9% e Calabria 17,9%). Il numero medio di sigarette fumate
quotidianamente e' di 13,5, quota che aumenta man mano che si
scende verso Sud. Notevoli sono le differenze di genere: gli
uomini fumatori sono il 28,6%, mentre le donne il 16,3%. Rispetto
al 2007 (Osservasalute 2009) si registra una sostanziale
stabilita' del fenomeno, sia per gli uomini che per le donne.
MALATTIE CARDIOVASCOLARI - In Italia, attualmente, le cause di
morte piu' frequenti sono quelle connesse alle malattie del
sistema circolatorio (39% di tutti i decessi registrati
annualmente). In particolare, le malattie cardiovascolari
(malattie ischemiche del cuore e malattie cerebrovascolari),
costituiscono circa il 24% della mortalita' generale. Tra le
malattie del sistema circolatorio la cardiopatia ischemica e le
patologie ad essa correlate rappresentano la causa di morte
principale nel 33% dei decessi. In questa graduatoria seguono,
poi, gli eventi cerebrovascolari con il 28% dei decessi.
Nel nostro Paese si stima che, annualmente, sono oltre 300 mila
gli anni potenziali di vita perduta dalle persone di eta' non
superiore a 65 anni decedute per patologie cardiovascolari.
Coloro che, invece, sopravvivono ad una forma acuta di
cardiovasculopatia divengono malati cronici, con qualita' della
vita decisamente ridotta e con alto consumo di risorse
assistenziali, nonche' farmaceutiche, a carico del Servizio
Sanitario Nazionale e dell'Istituto Nazionale della Previdenza
Sociale (Inps). Dalle fonti dell'Inps emerge che, la spesa
assistenziale per le pensioni di invalidita' da attribuire alle
patologie cardiovascolari croniche supera il 30%. Per le malattie
ischemiche del cuore il primo dato evidente e' che i tassi di
ospedalizzazione negli uomini continuano ad essere, come negli
anni precedenti, piu' del doppio rispetto a quelli delle donne;
un esempio sono i tassi di ospedalizzazione per l'infarto acuto
(377,8 ospedalizzazioni per 100.000 uomini nel 2008, contro 151,7
ospedalizzazioni per 100.000 donne).
Nel 2008, i tassi piu' elevati di ospedalizzazione per malattie
ischemiche del cuore, si registrano in Campania, sia per gli
uomini che per le donne (1.410,5 per 100.000 e 512,5 per 100.000
rispettivamente), a cui si aggiungono Sicilia, Molise, Calabria
e, in genere, le regioni del Sud. Per quanto riguarda l'infarto
acuto le regioni con i maggiori tassi di ospedalizzazione sono le
Marche per gli uomini (448,1 per 100.000) e la PA di Trento per
le donne (192,8 per 100.000). Tra il 2007 e il 2008 in tutte le
regioni e in entrambi i generi, si evidenzia un trend decrescente
dell'ospedalizzazione per malattie ischemiche del cuore nel loro
complesso, con l'eccezione del Piemonte per gli uomini e della PA
di Bolzano per le donne che registrano una leggera crescita dei
tassi.
(Wel/ Dire)