(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 mar. - "Sulla spesa
sanitaria i risparmi veri si creano non per la riduzione dei
posti letto ma per la riduzione delle unita' operative
organizzando le reti ospedaliere sul territorio in una modalita'
Hub & Spoke". Cosi' Angelo Lino Del Favero, presidente di
Federsanita' Anci, indica la via migliore da seguire per ottenere
un recupero di efficienza nel settore sanitario e ospedaliero nel
corso del convegno "Anziani e Welfare: quale sostenibilita'"
organizzato da Ageing Society a Roma.
Il modello Hub & Spoke nei servizi sanitari e' un modello
organizzativo caratterizzato dalla concentrazione dell'assistenza
a elevata complessita' in centri di eccellenza (centri hub)
supportati da una rete di servizi (centri spoke) cui compete la
selezione dei pazienti e il loro invio a centri di riferimento
quando una determinata soglia di gravita' clinico-assistenziale
viene superata. "Come sappiamo dalla cronaca, nella sua
realizzazione questo modello genera malcontento sui territori che
vengono privati del 'loro' ospedale; tuttavia se si analizzano le
attivita' dei piccoli ospedali ci si accorge che di fatto si
tratta di un modello gia' in atto e praticato da molti cittadini
che cercano strutture adeguate per competenze e strumenti alla
gravita' della loro patologia".
I numeri attorno ai quali dovrebbe attestarsi la sanita'
italiana per essere sostenibile sono: 5% delle risorse destinato
alla prevenzione, 44% al settore ospedaliero e 51% al territorio.
L'applicazione di questi parametri garantirebbe anche una certa
liberazione di risorse: nella regione Lazio, ad esempio, se si
passasse dall'attuale 38% di spesa sul territorio al 51%, si
libererebbero 1 miliardo e mezzo di euro. Del Favero mette pero'
in guardia dalla consueta affermazione che buona parte dei costi
risparmiati dall'ospedaliero possano essere spesi sul territorio,
poiche' - dice - "bisogna considerare che oggi ci sono costi, ad
esempio legati ai farmaci biologici, che comportano spese a
crescita esponenziale non previste prima". E, a proposito dei
servizi di welfare, "questi vengono erogati con diversi sistemi
che potrebbero parlarsi ed arricchirsi e per i quali sarebbe
opportuno prevedere piani regionali sociali e sanitari
integrati". Tre dunque le strade sulle quali orientarsi, secondo
il presidente di Federsanita' Anci, per consentire la durata nel
tempo e l'universalita' del Servizio sanitario nazionale: il
raggiungimento e la regolamentazione del 51% dei fondi destinato
al territorio attraverso politiche adeguate di integrazione
socio-sanitaria; lo studio di forme di compartecipazione dei
cittadini alla spesa sanitaria; l'esame di soluzioni adeguate
alla diffusione dei fondi integrativi sanitari.
(Wel/ Dire)