(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 mar. - "La chirurgia
assistita da robot e' oggi una realta' consolidata in molti aree
del mondo (Usa, Europa, Asia), e rappresenta uno dei pochi
settori in cui il nostro Paese abbia oggi un ruolo-guida.
L'Italia e' infatti tra le prime nazioni al mondo per quanto
concerne il numero di robot chirurgici in rapporto alla
popolazione residente, e, fatto ancor piu' significativo,
possiede alcuni gruppi chirurgici, attivi sia all'interno dei
suoi confini che in alcune istituzioni-chiave straniere, che
stanno dando un significativo contributo al progresso delle
conoscenze scientifiche in questo settore della medicina".
Roberto Biffi, direttore chirurgia robotica presso l'Ieo di
Milano, commenta cosi' la situazione della chirurgia robotica in
Italia, argomento che trattera' nel dettaglio durante il XII
congresso della Societa' italiana di chirurgia nell'ospedalita'
privata (Sicop) che si terra' a Varese dal 8 al 10 settembre 2011
organizzato da Daniele Maggiore, presidente del XII congresso
Sicop.
"E' indubbio che negli ultimi 5 anni questo strumento abbia
portato una rivoluzione tecnologica in molti campi della
chirurgia oncologica- spiega Biffi- modificando profondamente il
modo di realizzare l'intervento da parte dei chirurghi, senza
tuttavia alterare i principi ispiratori comuni dell'oncologica
chirurgica, qualunque sia la metodica adottata". Da considerare
poi, sottolinea Biffi, che "l'affaticamento e le posture
anti-ergonomiche, alle quali il chirurgo puo' essere costretto
nel corso di un intervento eseguito con le altre tecniche,
possono infatti costituire un fattore aggiuntivo di rischio per
qualunque operatore, anche il piu' qualificato ed esperto, dopo
molte ore di chirurgia maggiore. Cio' potrebbe costituire un
elemento importante nell'ottica di una valutazione del rischio
clinico e del Clinical Risk Management".
"Lo stato attuale degli studi e delle conoscenze non consente
di affermare con certezza che gli indubbi vantaggi ottenibili con
l'impiego della tecnologia robotica di ultima generazione
compensino gli elevati costi dell'acquisto e dell'ammortamento di
questa apparecchiatura- avverte il chirurgo- sono pero'
molteplici gli studi e le sperimentazioni in corso in diverse
aree del mondo, e per alcune applicazioni, come la chirurgia
oncologica radicale della prostata, l'utilizzo della metodica
robotica sembra risultare decisamente piu' vantaggiosa, a parita'
di risultato oncologico, sia in termini immediati (minore durata
della degenza e piu' rapida ripresa postoperatoria) che a
distanza (minori tassi di incontinenza urinaria e di
insufficienza erettile postoperatorie). In molti centri inoltre-
conclude Biffi- compreso l'Istituto europeo di oncologia di
Milano, la tecnologia robotica viene utilizzata in molteplici
branche specialistiche oltre all'urologia (quali ginecologia,
chirurgia addominale, chirurgia toracica, chirurgia
cervico-facciale), ottimizzando in questo modo l'impiego della
strumentazione ed il suo ammortamento. E' anche prevedibile che i
costi possano subire una sensibile riduzione, analogamente a
quanto osservato in altri comparti ad elevata tecnologia, con la
sempre maggiore diffusione della metodica nel prossimo futuro".
(Wel/ Dire)