CONSEGUENZE SOLO PER NOSTRO EXPORT VISTA PSICOSI IN GERMANIA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 mag. - "No" agli allarmismi.
Nonostante l'Italia importi ogni anno poco meno di 10 milioni di
chili di cetrioli dalla Spagna, "non sussiste nessun pericolo per
le nostre tavole.
I controlli delle autorita' preposte sono una garanzia". Non
solo, l'etichetta - obbligatoria per i prodotti ortofrutticoli -
tutela il "made in Italy" e permette ai consumatori "un acquisto
oculato e consapevole. E' quanto sostiene la Cia- Confederazione
italiana agricoltori in merito alla psicosi che si e' diffusa in
Germania per l'epidemia provocata dal batterio Ehec (noto con il
nome di Escherichia coli) riscontrato, appunto, in partite di
cetrioli provenienti dal paese iberico e che ha gia' causato
vittime e numerosi intossicati.
Ovviamente, l'allarme e la paura della popolazione tedesca
"puo' avere effetti negativi per le nostre esportazioni di
ortaggi e verdure fresche in Germania, che lo scorso anno hanno
raggiunto quota 500 milioni di euro- avverte la Cia- e questo
perche' i tedeschi, a seguito dell'epidemia, oltre ai tanto amati
cetrioli guardano con estrema diffidenza a tutti i tipi di
ortaggi". E cosi' i consumi stanno subendo "un vero e proprio
crollo: mense aziendali, grandi catene di fast-food, supermercati
e panetterie hanno, infatti, messo al bando insalate e verdure
crude". Un'esclusione che ha addirittura colpito le produzioni
biologiche. Un panico che ha gia' avuto "pesantissime conseguenze
per gli agricoltori tedeschi e che sta praticamente bloccando le
importazioni". E anche per il nostro agroalimentare, dunque,
"suona l'allarme".
La Cia, quindi, invita gli italiani "a non farsi contagiare da
ingiustificate psicosi alimentari, come e' purtroppo avvenuto
negli anni passati". Emergenze (vedi Bse, aviari, "mozzarelle
blu", diossina) hanno determinato gia' crolli verticali e per
l'agricoltura si sono tradotti in danni di miliardi di euro.
(Wel/ Dire)