ESPERTI RIUNITI PER IL CONGRESSO SIO: INTERVENTO MOLTO RICHIESTO
(DIRE - Notiziario Sanita') Udine, 30 mag. - Gli italiani si
rifanno il naso, ancor di piu' dei denti e dei glutei (comunque
sul podio nella classifica delle "ricostruzioni" con piu'
appeal). Una questione estetica, ma anche e soprattutto
funzionale. Circa il 70% dei pazienti che arrivano in sala
operatoria per risolvere una patologia rinologia, approfittano
per un "ritocchino". Ed e' in quel momento che due specifiche
professionalita' convergono, guardando direttamente al futuro.
Anche di questo si e' parlato durante il 98^ congresso nazionale
della Sio, Societa' italiana di otorinolaringologia e chirurgia
cervico-facciale.
"Il naso- spiega il dottor Ignazio Tasca, direttore del
dipartimento di E.N.T. dell'Ospedaledi Imola- rappresenta una
delle chirurgie piu' sfidanti della chirurgia estetica facciale.
Ma si tratta di una moneta che ha due facce. Lo sviluppo di
tecniche che riescano ad abbinare il risultato formale a quello
funzionale rappresenta il presente ed il futuro del settore".
Un settore sempre in evoluzione, che ogni giorno fa un passo
avanti verso la coniugazione della ricerca scientifica e del
benessere "sociale" della persona. "La novita' che stiamo
portando avanti- continua Tasca- e' un approccio 'aperto' al
naso, utilizzando cioe' tecniche anche endoscopiche (fondamentali
a scopo didattico) che ci permettono di vedere le strutture in
visuale macroscopica, e di operare rispettando delle strutture
che a volte, lavorando al coperto, si possono trascurare,
danneggiare o lesionare. Ma a prescindere dall'intervento
chirurgico, prima ci deve essere una conoscenza anatomica
perfetta e poi un percorso diagnostico accurato, utilizzando ad
esempio la rinomanometria e la rinometria. Questo
ricongiungimento tra i due diversi approcci negli Usa e' gia'
realta'. Non c'e' il chirurgico plastico generale, come da noi.
Li' c'e' lo specialista, che e' otorino prima e poi specializzato
nella chirurgia estetica facciale. In Italia ci stiamo muovendo
in questo senso. E siamo gia' a buon punto, come dimostra la
nutrita presenza di specialisti italiani chiamati ad intervenire
nei congressi mondiali di rinologia".
(Wel/ Dire)