(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 mag. - "Credo che la
disabilita' sia un buon metro di misura per la democraticita' di
questo paese citta' e del nostro Paese in generale. Parliamo meno
delle toghe e piu' della gente a cui viene negata la liberta' di
muoversi. Non esistono solo le minacce di reclusione, esistono
mezzo milione di prigionieri in casa senza aver commesso nessun
reato". È questa per Antonio Guidi, collaboratore del Sindaco del
comune di Roma alle Politiche della disabilita', una delle
urgenze non piu' procrastinabili nel nostro Paese: l'abbattimento
di barriere fisiche e culturali verso la disabilita', soprattutto
quella delle donne. Si parla di questo al convegno "Disabilita'
al femminile, tra coraggio e violenza" in corso a Roma presso il
Campidoglio. Un ampio momento di confronto, ha spiegato Guidi,
"che speriamo possa portare ad una vertenza forte legata alla
disabilita' soprattutto al femminile". Diversi gli ospiti
invitati a partecipare ai lavori di un incontro che vuole essere,
ha spiegato Guidi, il primo passo di un cammino virtuoso.
All'incontro di oggi, infatti, ne seguiranno altri: il prossimo
sulla vita indipendente previsto sempre in Campidoglio il
prossimo 18 luglio.
"Sono convinto che il mondo della disabilita' vive sempre in
salita, soprattutto quello legato alla disabilita' al femminile -
ha aggiunto Guidi -. Roma e' una sintesi gigantesca delle virtu'
e dei vizi del nostro Paese. La creativita', la voglia di fare,
l'arte, la cultura, ma anche un po' di ignoranza, molto
pregiudizio e una buona quota d'egoismo. Si vede dalla poca
disponibilita' all'aiuto e all'ascolto". Un quadro difficile che
puo' trovare nel ruolo della donna una risorsa importante. "La
donna con disabilita' ha potenzialita' enormi - ha aggiunto Guidi
-, la vediamo a capo di associazioni, di realta' politiche e di
gruppi. Spesso, pero', la sua carriera viene disabilitata". Per
Guidi, invece, e' il momento di "incentivare a tutti i livelli la
presenza al femminile nella disabilita'". "È chiaro che i tempi
sono lunghi - ha affermato -, ma noi lavoriamo per far crescere e
non per essere i notai di quello che non va. La presenza del
femminile e' importante nei servizi sociali, in quelli sanitari,
nell'assistenza alla persona, nella vita indipendente. La voce
femminile libera delle potenzialita' che dobbiamo avere il
coraggio di recepire".
Un intervento concreto a favore della disabilita' al femminile,
ha spiegato Guidi, oggi si concretizza intervenendo in settori
dove "lo specifico femminile non e' considerato". Esempio
lampante il fatto che "Roma abbia solo un consultorio familiare
minimamente adattato alle esigenze di una donna che cresce e
vuole affermare la sua sessualita'". Per Guidi, gli interventi
necessari sono diversi, a partire dall'affiancamento delle
famiglie nel percorso della presa in carico del figlio con
disabilita' "non solo a livello riabilitativo ma anche familiare
facendo comprendere che tutte e due le figure genitoriali debbano
partecipare al percorso di vita del figlio", ma non solo. Per
Guidi oggi occorre "potenziare gli asili nido e le scuole per
l'infanzia per aumentare un'integrazione precoce del bambino, ma
anche dare alla mamma piu' tempo di lavoro e di vita, applicare
correttamente l'articolo della legge 104 che permette al genitore
di prendere permessi di lavoro senza intaccare la carriera,
istituire consultori familiari ad hoc per donne con disabilita' e
potenziare al massimo la vita indipendente". Ma la vera sfida per
il Paese, secondo Guidi, e' quella che la "disabilita' al
femminile possa diventare una priorita' nella modulazione dei
servizi e dell'agenda politica".
(Wel/ Dire)