(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 5 mag. - Ci sono donne, milioni
di donne nel mondo, per cui partorire significa accettare il
rischio di mettere in pericolo la propria vita e, molte volte, di
morire. I dati presentati oggi da Save the children e contenuti
nel 12esimo "Rapporto sullo stato delle madri nel mondo" parlano
chiaro e raccontano di una sfida quotidiana per la sopravvivenza:
la propria e quella del figlio che si porta in grembo. Ogni
giorno mille donne e duemila bambini muoiono per complicazioni al
momento del parto. Cio' significa che si contano 358 mila donne
decedute all'anno e circa 800 mila bambini morti alla nascita.
Senza dimenticare tutti i neonati che non sopravvivono al loro
primo mese: oltre due milioni di vite spezzate.
Tutte vittime che avrebbero potuto salvarsi se in quei momenti
fosse stata presente anche una sola ostetrica. Invece il parto
avviene senza assistenza professionale per 48 milioni di donne
nel mondo e in totale solitudine per due milioni di queste, sia
per la carenza di servizi e strutture sia per vincoli legati alla
tradizione. Succede cosi' in Nigeria, il paese con le percentuali
piu' alte di parti "solitari", dove una donna su 5 partorisce
senza assistenza. "Se tutti i parti avvenissero in presenza di
ostetriche o di personale sanitario con competenze analoghe -
riferisce Valerio Neri, direttore generale Save the Children
Italia -, ogni anno si potrebbe salvare la vita di 1,3 milioni di
neonati e di decine di migliaia di donne". Allo stesso modo,
milioni di morti infantili dovute a malattie potrebbero essere
evitate "con semplici ed economiche misure, dall'allattamento
esclusivo al seno, ai vaccini, all'utilizzo tempestivo di un
antibiotico o sali reidratanti" aggiunge il direttore. Tutte
precauzioni che, pero', non sono garantite in paesi quali
Afganistan, Niger, Guinea Bissau, Yemen, Chad, Repubblica
Democratica del Congo, Eritrea, Mali, Sudan, Repubblica Centro
Africana: sono questi i 10 paesi in cui i livelli di salute
materno-infantile e le condizioni di madri e bambini sono i
peggiori al mondo (vedi lancio successivo).
Anche quando il neonato sopravvive alla nascita non si puo'
certo dire fuori pericolo: sono 8,1 milioni i bambini che ogni
anno muoiono entro il quinto anno di vita, a causa di polmonite,
diarrea, malaria. "È inaccettabile che nel ventunesimo secolo un
bambino possa morire ancora per una diarrea o una polmonite"
commenta amaro Neri, che ricorda il quarto e quinto Obiettivo di
Sviluppo del Millennio: debellare entro il 2015 la mortalita'
materno-infantile. "Gli attuali trend indicano che almeno per
alcuni paesi questo obiettivo appare molto lontano - sottolinea
-. Tuttavia noi sappiamo che la sfida si puo' vincere". Secondo
Save the children sono necessari altri 3,5 milioni di operatori
sanitari e un aumento del volume di aiuti da parte degli stati
donatori, compresa l'Italia: "Esistono soluzioni a basso costo -
conclude -, semplici e sperimentate per garantire la salute delle
madri prima, durante e dopo il parto e abbattere quindi la
mortalita' materna e infantile".
(Wel/ Dire)