(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 lug. - Un film che vuol
raccontare come il caso entra nella vita delle persone
cambiandone direzione e senso.
'Sinestesia', opera prima del giovane regista svizzero Erik
Bernasconi, e' uscito nel 2010 in Svizzera prodotto da Imago Film
di Lugano e racconta la storia di Alan (interpretato da Alessio
Boni), giovane adulto che si ritrova su una sedia a ruote, e
delle tre persone a lui piu' vicine: la moglie Françoise
(Giorgia Wurth), la giovane amante Michela (Melanie Winiger) e
Igor (Leonardo Nigro), il suo migliore amico.
Il film, tutto girato in Svizzera e ancora non in distribuzione
in Italia, ha partecipato a diversi appuntamenti e festival
internazionali anche nel nostro paese, ricevendo una buona
accoglienza da parte di pubblico e stampa: dal Festival des Films
du Monde di Montre'al in Canada al Durres International Film
Summerfest in Albania, dal Viareggio Europacinema al Festival di
Gand in Belgio, dal californiano Tiburon Film Festival allo
Würzburg tedesco fino alla Corea del Sud. In Italia ha anche
partecipato a Stresa Cinema e, ultima tappa in ordine di tempo,
lo scorso 9 luglio come invitato speciale al Film video di
Montecatini. Parliamo del film con il regista e sceneggiatore,
Erik Bernasconi. Prima insegnante di lettere, ha poi studiato
cinema a Parigi e ha lavorato per anni come aiuto regista in
Svizzera. "E' stato un periodo fecondo, l'aver scritto e
realizzato molti cortometraggi mi ha permesso di sperimentare
diversi linguaggi e piani narrativi".
Bernasconi, da dove nascono l'idea e la scelta di girare un film
che ha per protagonista una persona disabile?
Tutto e' nato da una fatto reale, da una notizia letta su un
trafiletto di un giornale: era una storia forte, che non voglio
raccontare perche' implica rivelare il finale del film, una
storia che mi ha colpito molto, ha sedimentato in me ed e' nata
la voglia di farne un film. Anche altre persone che conosco hanno
avuto il ruolo di ispiratrici, tra queste una ragazza che ha
perso l'uso delle gambe per un ramo che le e' caduto addosso
mentre andava in moto con il marito appena sposato. A lei ho
anche chiesto di leggere la sceneggiatura una volta ultimata, per
avere un feedback da parte di chi quei problemi li vive ogni
giorno sulla propria pelle.
Tuttavia 'Sinestesia' non e' un film incentrato sulla
disabilita'.
Non si parla solo di disabilita', ma di tutta quella serie di
aspetti che possono far sentire 'diversi'. E il filo conduttore
e' il caso, il destino che ogni tanto, in modo aleatorio, decide
di mettere un bivio nelle vite delle persone.
Per la resa del personaggio lei in quanto regista e
sceneggiatore e Alessio Boni come protagonista avete frequentato
persone con disabilita'?
In fase di scrittura sono andato con le mie conoscenze, che mi
derivano anche da anni di volontariato. Ma poi per altri aspetti,
ad esempio per sapere come si fa a viaggiare in una strada romana
o in una svizzera su carrozzina o come ci si sente quando ci si
imbatte contro barriere architettoniche e di altro tipo, abbiamo
chiesto la consulenza di persone con disabilita'. Nel film c'e'
anche una scena in cui Alan, il protagonista, gioca a basket: in
questo caso abbiamo chiesto una specifica assistenza di un atleta
disabile.
Tornera' su questi temi nei suoi prossimi lavori?
Attualmente sto scrivendo una sceneggiatura sulla difficolta' del
convivere in una societa' multiculturale e multietnica, dove
riemerge la paura del 'diverso'. Sto pensando a una commedia su
questo.
Quando vedremo 'Sinestesia' nei cinema italiani?
Al momento non c'e' una data. La questione delle distribuzione
cinematografica, ultimo anello di una catena difficile e costosa,
e' complicata, specie in Italia, e ad oggi non abbiamo trovato un
distributore che voglia investire su un regista svizzero
sconosciuto e convincersi che possa farci soldi. Forse una uscita
a breve del film sara' in una sala milanese.
(Wel/ Dire)