(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 lug. - La Caritas diocesana
sara' protagonista della VI Conferenza Mondiale sull'Aids
organizzata a Roma, fino a mercoledi', dall'International Aids
Society (Ias) e dall'Istituto Superiore di Sanita'.
L'incontro, all'Auditorium Parco della Musica, vedra' domani i
delegati della Ias recarsi in visita, a partire dalle 16, presso
le tre Case Famiglia per malati di Aids della Caritas all'interno
del Parco di Villa Glori. Si tratta di un incontro simbolico, in
quella che e' stata la prima struttura di accoglienza per malati
di Aids in Italia, fondata da Don Luigi Di Liegro nel 1988. Ad
incontrare i delegati, oltre al direttore della Caritas,
monsignor Enrico Feroci, saranno presenti i rappresentanti
regionali del Coordinamento Italiano della Case Alloggio per
malati di Aids (Cica), promotori dell'iniziativa, ed i trenta
residenti della struttura che testimonieranno le loro esperienze.
All'interno del parco, nel viale principale che conduce alla
Colonia Machiafava, sede del centro Caritas, sara' esposta una
mostra con foto provenienti dalle comunita' di accoglienza di
tutta Italia.
La Conferenza di Roma - dove si attendono 8 mila delegati in
rappresentanza di 120 paesi - e' la sesta a livello mondiale,
dopo quelle svoltesi a Buenos Aires, Parigi, Rio De Janeiro,
Sidney e Citta' del Capo. Un'occasione importante per il clima di
forte coesione tra scienza, politica, mondo dello spettacolo e
media per promuovere il dibattito internazionale e dare nuovi
impulsi alla ricerca scientifica. Dall'identificazione dei primi
casi nel 1981, piu' di 25milioni di persone nel mondo sono morte
di aids, e piu' di 40 milioni sono infettate dal virus. L'impegno
nella ricerca per sviluppare nuove terapie e' stato in grado di
abbattere la mortalita' nei Paesi piu' industrializzati, e di
migliorare la qualita' di vita delle persone sieropositive. I
nuovi farmaci hanno trasformato la malattia da Hiv, in Italia
cosi' come in tutti i paesi occidentali, in un'infezione cronica
con la quale e' possibile convivere.
Per il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, "la
storia di Villa Glori simboleggia il cammino fatto dalla
comunita' scientifica nella cura dei malati di Aids. Nato come un
centro per ospitare e accompagnare ad una morte dignitosa i
malati terminali che non avevano famiglia, nel corso degli anni
e' diventato un servizio per favorire la promozione ed il
reinserimento nell'ambiente sociale di coloro che vi sono
accolti. E questa e' stata la diretta conseguenza delle
innovazioni in campo medico che hanno permesso migliori
condizioni di salute dei malati".
Secondo monsignor Feroci affiorano ancora seri problemi: "Le
nuove condizioni di vita ci richiedono una progettualita'
individualizzata di promozione della persona con investimenti,
oltre che nell'assistenza, anche nella socializzazione e nella
formazione. Questo si scontra con la grave crisi dei tagli alla
spesa sociale. Nell'incontro di martedi' prossimo a Villa Glori
saranno presenti i rappresentanti di tutte le case di accoglienza
del Lazio, molte delle quali gestite da religiosi, che aspettano
da quasi due anni il pagamento delle rette dalla Regione Lazio.
Rette peraltro ferme dal 2001, cioe' con gli stessi importi di
dieci anni fa".
(Wel/ Dire)