(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 lug. - Secondo il rapporto
presentato oggi da Cittadinanzattiva sull'assistenza protesica,
per alcuni dispositivi che incidono sensibilmente sull'autonomia
della persona affetta da patologia cronica e che costituiscono
dunque presupposto fondamentale per le cure a domicilio (come i
ventilatori polmonari e i ventilatori notturni), i dati
dell'attesa, che sembrerebbero positivi collocandosi ai primi
posti dell'indice, possono essere comunque problematici. Ad
esempio, per i ventilatori polmonari il 25% delle autorizzazioni
e' rilasciato oltre i 20 giorni: un dato preoccupante, che genera
ulteriori conseguenze, poiche' quel 25% di cittadini si vede
probabilmente costretto a restare in ospedale durante l'attesa
dell'autorizzazione.
Per il 29% dei cittadini interpellati, l'attesa complessiva
dall'inizio dell'iter autorizzativo fino al momento della
ricezione dei dispositivi va da 15 a 30 giorni, ma con punte che
arrivano oltre 60 giorni (ad esempio, la carrozzina elettrica si
conferma come un dispositivo con lunghi tempi sia di
autorizzazione che di consegna), con inevitabili conseguenze per
la qualita' della vita dei cittadini e il bilancio familiare.
Buone pratiche. Esistono pero' delle buone notizie, che il
rapporto di Cittadinanzattiva mette in luce: una riguarda la
fornitura delle sacche per stomie, per le quali l'82% ha
dichiarato di non aver atteso piu' di 15 giorni in tutto. Invece
sul fronte degli ausili per la prevenzione ed il trattamento
delle lesioni cutanee emerge il dato di circa il 40% di cittadini
che hanno atteso da 15 a 30 giorni.
E buone pratiche il rapporto le registra riguardo al
miglioramento dei servizi mettendo in evidenza, in particolare, i
casi della Asl Torino 1 e di Bologna: la prima con un progetto
ispirato allo slogan "far viaggiare le pratiche e non le persone"
ha consentito di ridurre al minimo i tempi dell'autorizzazione
attraverso il rilascio via e-mail; la seconda ha dapprima
regolamentato l'erogazione con procedure omogenee su tutto il
territorio aziendale, poi ha avviato un progetto di miglioramento
dell'acceso coinvolgendo operatori del servizio protesica, con un
passaggio culturale da una visione piu' burocratica a una reale
presa in carico dell'utente.
(Wel/ Dire)