(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 14 lug. - Un percorso a
ostacoli che puo' arrivare fino a 10 passaggi, dalla prescrizione
al collaudo di un ausilio protesico, presso uffici e sedi diverse
dell'azienda o di ditte fornitrici. E' quello che si puo' trovare
di fronte in Italia un paziente che ha bisogno di una protesi.
All'assistenza protesica e integrativa Cittadinanzattiva - in
particolare con la rete del Tribunale per i diritti del malato e
con il coordinamento nazionale dell'associazione malati cronici -
dedica un rapporto dal titolo "Percorsi critici, qualita' della
vita e buone pratiche", che viene presentato oggi a Roma.
Tra gli obiettivi dell'indagine, quello di fare una ricognizione
mirata sui diritti di persone particolarmente fragili, spesso
curate a domicilio, come soggetti con mielolesioni gravi,
costretti su sedie a ruote, persone che soffrono di incontinenza,
portatori di stomie, persone anziane o allettate sofferenti per
questo di ulcere cutanee. Emergono aspetti "che meritano
attenzione - sostengono i promotori - e azioni mirate da parte di
cittadini, operatori, professionisti e istituzioni del mondo
della sanita'".
La ricerca e' stata condotta dall'Agenzia di valutazione civica,
struttura interna a Cittadinanzattiva, ed e' basata su 212
questionari compilati e raccolti in tutta Italia (35 dalla
Lombardia e 30 dal Lazio, 2 da Umbria e da Trentino) nei mesi di
aprile e maggio 2011grazie alla collaborazione di 12
associazioni, 10 delle quali afferenti al Coordinamento nazionale
delle associazioni dei malati cronici, e Aism e Aislec.
Un volto troppo burocratico. Dal rapporto emerge che il Servizio
protesi e ausili delle Asl interviene con una pura finalita'
autorizzativa, a valle di una prescrizione emessa da uno
specialista. Il servizio, in un certo senso, si limita ad
"apporre un timbro", ma con tempi e disagi notevoli per il
cittadino, il quale ha bisogno di essere orientato, informato,
assistito e guidato: come si dice in gergo, "preso in carico".
Si rileva anche una grande eterogeneita' nei modi di erogazione
del servizio tra territori diversi, anche tra Asl della stessa
regione o perfino tra uffici della stessa Asl collocati in
distretti Differenti problemi che richiedono, dice
Cittadinanzattiva, una maggiore informatizzazione. Nonostante
questo, il 71% dei cittadini ritiene che complessivamente
l'assistenza nei propri confronti sia stata adeguatamente
"personalizzata" da parte della Asl (specie al Nord Ovest).
Nomenclatore tariffario fermo al 1999. L'erogazione di ausili
avviene "in un sistema con caratteristiche anacronistiche -
commenta Cittadinanzattiva - perche' il Nomenclatore e' fermo al
1999 e quindi non e' adattato ne' alle innovazioni tecnologiche
ne' ai prezzi di mercato, con la conseguenza di non consentire
facilmente l'autorizzabilita' di prodotti nuovi o di prevedere
tariffe inadeguate (in alcuni casi troppo basse, con effetti
penalizzanti sulle aziende fornitrici, o in alcuni casi troppo
alte, con la conseguenza che il Ssn puo' pagare piu' di quanto
pagherebbe il cittadino se andasse a comprarsi da solo lo stesso
dispositivo).
I Piani sanitari regionali spesso dedicano poco spazio a questo
tema, indicando mere azioni di contenimento dei costi, o
riportando principi generali di miglioramento dell'assistenza che
non trovano pero' concreta definizione di azioni e strumenti
precisi, tranne in alcune regioni piu' attente tra cui Piemonte,
Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria.
Molte figure non coordinate. Un altro aspetto interessante e'
che il settore dell'assistenza protesica e integrativa vede la
presenza di molti attori, ma all'interno di un quadro non
governato: chi prescrive non e' responsabile della fornitura e
non segue le fasi di erogazione e utilizzo del dispositivo; chi
autorizza, non vede il paziente, chi acquista i dispositivi si
basa su quanto richiesto ignorando comunque le esigenze di chi
deve realmente utilizzare i prodotti, chi produce e fornisce i
beni vuole garanzie di accesso al mercato e tempi di pagamenti
certi e riversa sui prezzi i tempi di pagamento; chi sostiene i
costi vuole contenerne l'incidenza sul bilancio, sia esso
aziendale o regionale. In tutto questo, si chiede
Cittadinanzattiva, chi si occupa del cittadino?
(Wel/ Dire)