(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 11 lug. - "Un protagonista down
in una fiction Rai o Mediaset? Impossibile". E' quanto spiega lo
sceneggiatore Salvatore De Mola (tre menzioni speciali al Premio
Solinas per sceneggiature inedite e sceneggiatore, tra l'altro de
'I Cesaroni' e 'Il Commissario Montalbano') intervenuto al
seminario di Sovicille della Fondazione Fortes dal titolo 'Quando
la comunicazione incontra la socialita''.
Secondo De Mola, quotidianamente impegnato a far passare temi con
ricadute sociali nelle proprie fiction, "le linee editoriali
delle televisioni sono molto rigide, non c'e' grande liberta' ed
e' difficile far passare questo tipo di tematiche nelle grandi
fiction italiane".
Per De Mola questo avviene perche' "le reti televisive puntano ad
un pubblico tendenzialmente anziano, benpensante, un pubblico che
cerca l'evasione e non vuole rischiare di farsi andare di
traverso il boccone della cena con storie socialmente difficili".
Si tende quindi a raccontare storie e personaggi in cui "non ci
siano elementi ansiogeni", a raccontare "storie buoniste dove
alla fine tutti si abbracciano e si vogliono bene".
Raccontando la sua esperienza, De Mola spiega che in piu' di
un'occasione si e' visto sbattere la porta in faccia dagli
editori quando puntava ad inserire elementi sociali nelle
sceneggiature delle fiction: "Si tratta sempre di fare
compromessi - commenta con una punta di amarezza - Di certi temi
non si puo' parlare almeno che non vengano inseriti in personaggi
secondari".
De Mola ripone molta fiducia nell'avvento del satellite, grazie
al quale anche "il sociale probabilmente potra' entrare a pieno
titolo nelle fiction, come gia' avviene negli Stati Uniti". Come
esempio, De Mola cita "You don't Jack" (Il dottor Morte), un film
per la televisione interpretato da Al Pacino basato sulla vita
del 'Dottor Morte' Jack Kevorkian, il medico che ha praticato
l'eutanasia su oltre 130 pazienti affetti da patologie giunte
allo stadio terminale. "Al momento in Italia - conclude De Mola -
una fiction del genere e' inconcepibile".
(Wel/ Dire)