A SETTEMBRE E APPLICHERA' METODI DELLA PSICHIATRIA TRANSCULTURALE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 7 lug. - Un nuovo metodo per
prevenire gli infortuni fra i lavoratori stranieri. È quello che
si sperimentera' nel progetto presentato oggi da Fondazione
Unipolis e Fondazione Alma Mater a Bologna nel workshop
"Sicurezza nei luoghi di lavoro e immigrazione", nell'ambito
delle iniziative della rassegna Molteplicitta'. Il progetto
partira' a settembre e insegnera' ai responsabili della sicurezza
delle imprese a utilizzare tecniche di medicina psichiatrica, con
l'obiettivo di migliorare la comunicazione con gli stranieri
lavoratori delle imprese, per diminuire gli incidenti. L'idea, in
altre parole, e' di "mutuare" l'approccio della psichiatria
transculturale e applicarla per superare le "barriere culturali".
All'origine del progetto ci sono infatti le esperienze del
professor Domenico Berardi e della dottoressa Ilaria Tarricone,
del dipartimento di Neuropsichiatria dell'Universita' di Bologna,
che hanno operato in ambito clinico all'interno dei Centri di
salute mentale dedicati agli stranieri. Una realta' presente sul
territorio di Bologna fin dal 1995 con il Centro Georges Devereux
del professor Alberto Merini, e cresciuta negli anni passando
sotto la gestione dell'Universita' di Bologna. La psichiatria
transculturale prevede l'adattamento del modello di cura alla
diversita' culturale del soggetto, e ha studiato varie strategie
di approccio che permettono di superare le difficolta' e le
incomprensioni per ottenere una comunicazione efficace.
Analizzando la casistica delle persone straniere vittime di
incidenti sul lavoro e delle persone straniere in cura presso il
Centro Devereux, Berardi e Tarricone hanno formulato un'ipotesi:
viste le similitudini tra i fattori di vulnerabilita' e
fragilita' psicosociali dei due gruppi, e' possibile applicare le
tecniche di comunicazione usate per la anche in altri campi? Quel
che vale per la psichiatria puo' valere anche per il mondo del
lavoro? Il progetto dei due ricercatori prevede l'insegnamento ai
responsabili della sicurezza in azienda di abilita' e metodi
comunicativi racchiusi in un metodo in quattro step chiamato Ciao
(acronimo che sta per contatto, intesa, alleanza e obiettivi). Il
metodo si basa su alcuni concetti e tecniche formulati in
psichiatria, come il transfer e il problem solving, e, come nella
psicoterapia, punta a creare un ponte empatico tra formatore e
formato, attraverso cui analizzare i percorsi migliori per
proteggerlo tramite pratiche virtuose di sicurezza sul lavoro. Le
persone formate saranno poi invitate a formare altri
responsabili, secondo i principi dell'educazione tra pari.
Il workshop "Sicurezza nei luoghi di lavoro e immigrazione" ha
visto la presenza di Walter Dondi, direttore della Fondazione
Unipolis, Guido Dealessi, direttore personale e organizzazione di
Manutencoop, oltre a esponenti di Sokos, Medici senza frontiere e
Cna. L'appuntamento rientrea nella rassegna "Molteplicitta'",
organizzata da Legacoop Bologna e dedicata al tema della
multiculturalita'.
(Wel/ Dire)