(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 lug. - "Sembra crescere il
numero di consumatori di khat in Europea, ma la portata e la
natura del problema sono poco conosciuti". E' quanto emerge da
una ricerca pubblicata oggi dall'Osservatorio europeo delle
droghe e delle tossicodipendenze Emcdda dal titolo "L'utilizzo di
khat in Europa, implicazioni per la politica.Il termine khat
identifica le foglie e i germogli teneri della pianta del khat
(Catha edulis), coltivate negli altipiani del Corno d'Africa, in
Arabia meridionale e lungo la costa dell'Africa orientale. Non
esistono dati certi sul numero di utilizzatori abituali di khat a
livello mondiale, ma si stima che raggiungano i 20 milioni.
Intorno al consumo di khat si annidano alcune questioni. La
prima "e' che contiene sostanze stimolanti con proprieta'
anfetaminiche. Sebbene in forma pura tali sostanze siano
controllate a livello internazionale, le foglie non sono
regolamentate. Le persone affette da disturbi mentali
preesistenti sembrano essere particolarmente vulnerabili".
E ancora, "in Europa il khat e' sottoposto a misure di controllo
solo in alcuni paesi e pertanto si sono sviluppate reti di
trasporto sia legali sia illecite. Sebbene esistano dati limitati
sul commercio, l'utilizzo e i sequestri a livello internazionale,
essi suggeriscono che nell'Unione europea il mercato del khat sia
in espansione".Secondo i piu' recenti dati disponibili, il khat
e' considerato una droga illegale e sottoposto a misure di
controllo in 15 Stati membri dell'Unione europea (Ue) e in
Norvegia. I Paesi Bassi e il Regno Unito hanno invece adottato un
regime permissivo che consente l'importazione, il commercio e
l'utilizzo di khat sotto forma di prodotto vegetale. Nei dieci
restanti Stati membri il khat non e' sottoposto a misure di
controllo. Non esistono dati certi sulle importazioni di khat
nell'Unione europea o sui relativi flussi all'interno dell'Ue. I
due principali punti di ingresso sono Londra, dove arrivano circa
300 tonnellate all'anno di khat, in prevalenza da Etiopia e
Kenya, e Amsterdam. In alcuni paesi i sequestri di khat sono
quasi raddoppiati negli ultimi cinque anni: ad esempio in
Germania e in Svezia sono state requisite 30 e 11 tonnellate di
khat solo nel 2008, mentre in Norvegia ne sono state sequestrate
8 tonnellate nel 2007.
Crescenti quantitativi vengono confiscati sui collegamenti
stradali tra i Paesi Bassi e la Scandinavia; sono stati
effettuati sequestri di khat anche sui voli per l'America
settentrionale, evidenziando che l'Ue funge da punto di transito
verso altre destinazioni. Nell'Unione europea il consumo di khat
e' circoscritto agli immigrati provenienti dai paesi che
circondano il Corno d'Africa. A volte e' possibile acquistare la
pianta tramite il sempre piu' diffuso commercio online di "herbal
highs" (droghe vegetali), ma la sua diffusione al di fuori delle
comunita' di migranti resta molto limitata. Sono stati condotti
studi sull'utilizzo del khat in Danimarca, Germania, Italia,
Regno Unito, Spagna, Svezia e Norvegia, e il consumo tra le
comunita' somale e yemenite del Regno Unito e' stato descritto in
modo molto dettagliato. Gli studi europei non consentono di
calcolare in modo certo i tassi di prevalenza, ma possono
contribuire alla comprensione dei modelli di consumo. In genere
gli studi evidenziano livelli relativamente elevati di consumo
abituale (34-67 %), con una percentuale di utilizzatori
quotidiani che raggiunge il 10 %, molti dei quali soddisfano
alcuni dei criteri della dipendenza. Tuttavia, permangono
significative lacune in materia e sono disponibili pochi dati
sulle conseguenze sociali e sanitarie del consumo. Sono inoltre
stati riscontrati alcuni casi di turismo del khat, in cui, ad
esempio, somali provenienti dalla Scandinavia e turisti
mediorientali consumavano khat a Londra.
(Wel/ Dire)