DISABILITÀ. ALZHEIMER, A PALERMO RESTA TUTTO SOSPESO
QUANDO E COME FUNZIONERA' IL CENTRO, NESSUNO E' IN GRADO DI DIRLO
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 giu. - E' ancora tutto
fermo: i malati aspettano, i familiari continuano a sperare,
nonostante le istituzioni preposte a rendere operativo il bando,
sono andate finora molto a rilento. Le sorti del Centro educativo
Alzheimer di Palermo sono ancora in sospeso e tanti sono ancora
gli interrogativi irrisolti legati al bando con il quale si
dovrebbe insediare il nuovo personale pronto a dare assistenza ai
malati di Alzheimer. Quando funzionera' e come funzionera' il
centro, finanziato dalla 328 ancora nessuno e' in grado di
saperlo. Lo scorso maggio la gestione del servizio e' stata
assegnata all'associazione Asda, una realta' specializzata
nell'assistenza degli anziani. Si rimane in attesa che l'ente che
si e' aggiudicato il bando proceda a produrre tutta la
documentazione richiesta per l'aggiudicazione definitiva
dell'appalto.
Resta irrisolto il problema della turnazione perche' non si
capisce in che modo il personale potra' garantire lo svolgimento
ordinario del servizio.
Il bando prevede che l'attivita' sia svolta per un tempo di venti
mesi e per un numero di venticinque utenti giornalieri, i quali
non saranno presenti tutti in contemporanea, ma si presenteranno
in base ai Piani di Assistenza Individuale, questi ultimi
flessibili e stabiliti per alcune ore giornaliere ed in base alla
tipologia della malattia e dei bisogni dei familiari, per cui gli
operatori si occuperanno solo dei complessivi venticinque utenti
nell'arco della giornata.Non e' difficile immaginare che saranno
pochi i familiari che accetteranno di portare il familiare per
poche ore al giorno.
Inoltre i malati verranno ospitati al Cei solo dopo essere stati
valutati dalle Unita' di Valutazione Alzheimer. Di queste,
soltanto tre sono quelle che a Palermo sono state abilitate
mentre ne rimangono fuori altri sei: tre dell'Universita', due
dell'ospedale Villa Sofia e una all'ospedale Civico. Nessuno sa
dopo la valutazione da parte delle Uva come avverra'
l'inserimento effettivo all'interno del centro diurno. Ci si
chiede anche perche' siano stati abilitati soltanto tre Uva e che
dovranno fare i malati valutati dalle altre Uva.Intanto stupisce
non poco che, sabato scorso nel corso di una tavola rotonda del
Cei, organizzata da Alzheimer Palermo e dalla Federazione
Alzaheimer Sicilia con il supporto del Cesvop, per fare il punto
della situazione non si sia presentato nessun rappresentante
dell'Asda.
Un'assenza ingiustificata che ha fatto discutere soprattutto le
famiglie dei malati, le uniche che piangono sulle loro spalle
negligenze e inefficienze delle pubbliche amministrazioni. "Si
vuole fare ripartire il Centro con un'organizzazione traballante
- dicono i familiari -. Ci chiediamo perche' se abbiamo una
ferrari si vuole partire con una cinquecento. Perche' ridurre il
Cei come una palafitta quando e' stato e, potrebbe continuare ad
esserlo, un centro d'eccellenza europeo? Forse che ci sia la
volonta' di boicottare la struttura per altri programmi che non
conosciamo?". Inoltre nella prospettiva, ancora piuttosto lontana
che l'assessorato alla sanita' con decreto dia attuazione ai 18
centri diurni per i malati di Alzheimer in Sicialia di cui uno a
Palermo, i familiari hanno fatto una richiesta esplicita
all'assessorato regionale alla sanita' in cui sottolineano che:
"Da 11 anni e' funzionate il centro diurno Alzheimer. Piuttosto
che individuare altri luoghi, con relative spese e allungare i
tempi, non si potrebbe rendere funzionante al meglio questo
centro? Una soluzione che produrrebbe evidenti economie, evitando
sprechi e perdite di tempo".
Da settembre 2009 il centro, infatti, pur mantenuto attivo
grazie all'opera di operatori qualificati, ridotti poi a
volontari, non e' stato messo nelle condizioni di accogliere i
malati in quanto le richieste alle istituzioni sono finite e gli
operatori volontari indignati dell'atteggiamento di quest'ultime
e, forse, dubitanti di qualche boicottaggio, non hanno voluto
prestare piu' la loro opera. Lo scorso novembre 2009 il distretto
socio-sanitario 42 ha erogato la somma di 322, 000,00 euro per
potenziare il Cea ma da oggi non c'e' nessuna nuova.
L'attrezzatura didattica e' perfettamente funzionante ma ancora
il Cei non e' in grado di ospitare i malati.
"Dopo tanti anni di lavoro, percepiamo che da parte delle
istituzioni non c'e' la volonta' di valorizzare questa struttura
- dice rammaricato Gaetano Lisciandra presidente
dell'associazione Alzheimer del Cei -. Sappiamo che il centro
verra' potenziato ma resta il grosso problema legato ai nostri
operatori sanitari che dopo dodici anni di volontariato e
retribuzione a singhiozzo, devono lasciare il posto ai vincitori
del bando. Saro' pronto comunque a collaborare con l'Asda e mi
auguro che si possa creare un protocollo d'Intesa finalizzato a
lavorare insieme ed assistere chi soffre di questa grave
malattia".
"Gli operatori del Cea - ha riferito Orso Bugiani, primario
emerito dell'istituto Carlo Besta di Milano, intervenuto alla
tavola rotonda di Sabato scorso - oggi si ritrovano soli e con il
rischio evidente di rimanere fuori a causa di un sistema
sanitario, spesso, troppo impegnato a rincorrere poltrone e non a
dare servizi agli utenti. Mi auguro che si possano creare
collaborazioni per non fare morire una struttura unica in Italia
per spazi e professionalita' di operatori qualificati".
(Wel/ Dire)
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