"STRANIERI E ITALIANI CONDIVIDONO COMPORTAMENTI A RISCHIO"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 giu. - Nasce una rete di 40
associazioni di migranti, societa' civile italiana e di
istituzioni locali distribuite nei territori di Roma, Prato e
Firenze per promuovere la salute degli stranieri. Saranno gli
"Educatori di salute di comunita'", figura mutuata dal modello di
mediazione culturale creato e sperimentato in Gran Bretagna, e
dovranno "rilevare il bisogno, trasmettere conoscenze e
indirizzare ai servizi". Si tratta del progetto Artemis
(Associazionismo e reti territoriali per la mediazione
interculturale sulla salute), presentato oggi a Roma e promosso
dall'Istituto superiore della sanita', nato per favorire
l'accesso degli stranieri ai servizi sanitari, soprattutto per
quanto riguarda l'infezione da Hiv e Aids e le coinfezioni,
tubercolosi e malattie sessualmente trasmesse. L'intervento e'
coordinato dal Centro nazionale Aids dell'Iss, in collaborazione
con l'Organizzazione internazionale per la migrazione e Albero
della salute (regione Toscana) con il coordinamento del ministero
della Salute; e' finanziato dalla Commissione Europea e dal
Ministero degli Affari Esteri.
Test gia' eseguito per uno straniero su quattro. I cittadini
stranieri sono stati sottoposti a un questionario per la
valutazione degli interventi di prevenzione dell'infezione da Hiv
e di un centinaio sono stati analizzati campioni di plasma. La
ricerca si e' svolta su 1508 persone, di cui piu' della meta'
(59%) donne, provenienti per il 37% dall'Africa, per il 25%
dall'Europa dell'Est, per il 19% dall'Asia, per il 15% dal Sud
America, per il 3% dall'Europa Occidentale. Piu' della meta'
possedeva una buona conoscenza della lingua italiana e viveva in
Italia con la propria famiglia. Il 25% si era gia' sottoposto al
test dell'Hiv nel corso della sua vita, mentre l'8% lo aveva
fatto nel corso degli ultimi 12 mesi; il 25% aveva usato il
profilattico durante l'ultimo rapporto sessuale. Solamente 11
individui hanno risposto in modo corretto a tutti i quesiti sulla
conoscenza della trasmissione dell'Hiv. Circa il 25% si ritiene
sufficientemente informato sul tema dell'infezione da Hiv e circa
la meta' dei partecipanti allo studio vorrebbe ricevere maggiori
informazioni dagli operatori sanitari.
Hiv, l'infezione si contrae anche in Italia. Screening su 100
immigrati sieropositivi (campioni di plasma analizzati dai centri
clinici di Firenze e Prato) per valutare il sottotipo di virus,
l'eventuale resistenza a farmaci antiretrovirali e la presenza di
infezioni recenti individuate. La maggioranza dei pazienti
proveniva dall'Africa occidentale e dal Brasile. In 3 pazienti su
56 e' stata riscontrata un'infezione recente, il che, spiega
l'Iss, "potrebbe essere indicativo del fatto che individui
emigrati con comportamenti a rischio possano acquisire
l'infezione in Italia", ma piu' in generale "che la popolazione
degli emigrati in Italia condivide con la popolazione italiana
comportamenti a rischio di infezione da Hiv che, pertanto,
potrebbero portare all'introduzione di nuove varianti virali
nelle due popolazioni".
Grazie al progetto sono stati prodotti un manuale per operatori
di salute di comunita' e le linee guida per l'implementazione di
un modello di intervento.
(Wel/ Dire)