(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 27 giu. - È scontro politico
fuori e dentro il Parlamento per la "vaghezza" e la "ritrosia"
con cui si affronta la questione della somministrazione di
psicofarmaci a minori. A sollevare la questione e' l'onorevole
Paola Binetti (Udc) che denuncia la ritardata e generica risposta
da parte del ministero della Salute a un'interrogazione
presentata con Antonio De Poli sul problema. I due parlamentari
chiedevano una verifica su quanto affermato in alcune interviste
da genitori che avrebbero assistito alla somministrazione di
psicofarmaci ai propri figli senza aver rilasciato il loro
consenso informato, previsto obbligatoriamente dalle norme. Con
l'occasione si chiedeva anche una verifica della situazione negli
istituti scolastici della penisola, "dove una casa editrice
distribuisce kit a pagamento per formare gli insegnanti
sull'iperattivita' infantile intesa come malattia tout-court, da
curare magari con psicofarmaci". La risposta del ministero non e'
piaciuta per niente: "Oltre che farsi attendere mesi e mesi - si
legge in una nota ufficiale dell'onorevole Binetti -, segno
inequivoco di scarso interesse per il diritto alla salute dei
piu' piccoli, ha deluso le piu' modeste aspettative".
"Dire che non sono soddisfatta e' un eufemismo - continua la
parlamentare -, e sorprende in una persona sempre
straordinariamente attenta ai problemi dell'infanzia e del
disagio dei bambini com'e' la Sottosegretaria Martini l'estrema
genericita' della risposta, che elude il quesito posto". Binetti
si dice delusa dall'assenza di considerazione del problema: "Mi
sarei aspettata una presa di posizione ferma del ministero -
spiega - per riportare in riga chi ha sbagliato e garantire
l'efficienza piena del Sistema sanitario nazionale su un punto
cosi' delicato. Sembra quasi che nel nostro paese si possano
commettere degli illeciti a spese della salute dei minori e che
questo non costituisca un problema per il governo".
Sulla questione interviene anche Luca Poma, portavoce di "Giu'
le Mani dai Bambini" (http://www.giulemanidaibambini.org/), che
definisce la risposta della sottosegretaria Martini "la classica
'risposta dello struzzo', che confonde il modo in cui le cose
dovrebbero andare con il modo in cui le cose effettivamente
vanno". Poma riferisce di "prove evidenti della violazione dei
protocolli" e lamenta l'assenza di "iniziative formali e incisive
per riportare nella norma una gestione assai approssimativa da
parte di alcuni centri che somministrano quotidianamente
metanfetamine a bambini". L'accusa rivolta al ministero e ai suoi
consulenti e' chiara: "Dietro le quinte manifestano disagio per
la denuncia pubblica e contattano i centri per capire cosa stia
succedendo, mentre nella risposta all'onorevole Binetti fanno
finta di nulla, dando una lunga e inutile risposta di
circostanza".
(Wel/ Dire)