COSTRETTE A FARSI CARICO QUASI INTERAMENTE DELL'ASSISTENZA
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 giu. - Le famiglie del
nostro paese che hanno al loro interno una persona in condizione
di disabilita' hanno un "bisogno disperato di assistenza, anche
domiciliare", e nonostante questo "nell'80% dei casi non
usufruiscono di alcun servizio". A rilevarlo e' l'Istituto
neurotraumatologico italiano (Ini), che richiamando i dati gia'
noti sulla condizione delle famiglie italiane punta a mettere in
risalto il problema e ad individuare possibili soluzioni.
L'Ini ricorda i dati del Rapporto sulla non autosufficienza in
Italia nel 2010, per il quale sono due milioni e seicentomila gli
italiani che vivono in famiglia in condizione di disabilita',
cifra alla quale bisogna aggiungere i minori di 6 anni, che
secondo le stime sono circa 200 mila persone. Se otto su dieci di
questi nuclei familiari non usufruiscono di servizi a domicilio
pubblici, la richiesta di aiuto e' invece esplicita: il 31,9%
delle persone disabili che vivono sole e il 46,8% delle famiglie
in cui tutti i componenti sono disabili dichiarano che avrebbero
bisogno di assistenza sanitaria a domicilio erogata dalla Asl.
L'Ini ricorda che "l'invecchiamento della popolazione non potra'
che aggravare il problema", come mostra la distribuzione per eta'
alla disabilita': due milioni di disabili sono infatti persone
anziane. La disabilita' e' pari al 9,7% della fascia di
popolazione dai 70-74 anni, cresce fino al 17,8% nella fascia dai
75-79 anni per raggiungere il 44,5% degli ottantenni. La
percentuale delle persone con disabilita' di sesso femminile
(6,1%) e' il doppio di quella maschile (3,3%).
Un carico che ricade molto spesso sulle famiglie e specialmente
sulle donne, a fronte delle carenze di servizi assistenziali.
Secondo l'Istat supera il 10% la quota delle famiglie con almeno
una persona con problemi di disabilita'. Nel 41,8% dei casi si
tratta di persone disabili che vivono sole (35,4%) o di persone
disabili che vivono con altre persone disabili (6,4%). Nella
maggioranza delle famiglie (58,3%), al contrario, c'e' almeno una
persona non disabile che puo' farsi carico delle persone con
disabilita' che fanno parte della famiglia.
Che le famiglie sono lasciate sole, del resto, lo segnala anche
il Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del
paese, che afferma come esse restino il "pilastro strategico del
welfare italiano", ma siano costrette a farsi carico quasi in
toto dell'assistenza in caso di patologie che limitano
l'autosufficienza e a sostenere i costi relativi. L'appuntamento
sara' l'occasione per valutare lo stato dell'arte e capire come
sta agendo il nuovo modello bio-psico-sociale dell'Icf, lo
strumento definito dall'Oms che dal 2001 contribuisce a
diffondere una nuova cultura della salute (positivo funzionamento
delle dimensioni biologiche, psicologiche e sociali della
persona) e un nuovo approccio alla disabilita', intesa come
diversa condizione di salute. In primo piano anche le conseguenze
in termini di nuove normative, e l'importanza anche nelle
politiche locali di concetti quali l'adeguatezza dell'intervento,
la presa in carico globale e l'attivazione di percorsi condivisi.
(Wel/ Dire)