(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - Dopo il parere del
Consiglio Superiore di Sanita' "quanto impieghera' l'Aifa per
l'immissione in commercio, e quindi per trovare in farmacia
EllaOne, la pillola contraccettiva che ha effetto fino a 5 giorni
dopo un rapporto sessuale non protetto? Quali altri ostacoli e
trabocchetti riusciranno ad inventarsi i detrattori della
contraccezione d'emergenza?". Cosi' la senatrice radicale
Donatella Poretti.
Il Css "ha impiegato oltre un anno per confermare cio' che
l'autorita' farmacologica europea (Emea) aveva gia' certificato
nel marzo 2009, ossia che questo farmaco e' un contraccettivo e
non un abortivo. L'Aifa, che aveva gia' consultato un ginecologo
e poi il Css, ora non potra' fare altro cio' che avrebbe gia'
dovuto fare da tempo, intervenire per quanto di sua competenza:
la modalita' di vendita -con obbligo di ricetta- e in caso la sua
rimborsabilita'".
Per la senatrice "purtroppo questa vicenda e' l'ennesima
conferma che nel nostro Paese lo Stato di diritto e la certezza
delle regole sono un miraggio. Quando e' possibile si inventano
leggi, regolamenti, inghippi burocratici, indagini parlamentari
pur di rallentare aggiornamenti anche solo farmacologici, se non
medici e scientifici, gli esempi vanno dall'aborto farmacologico
e l'obbligo di ricovero, all'obbligo di ricetta per la pillola
del giorno dopo, dalla legge 40 sulla fecondazione assistita fino
alla ricerca con le staminali embrionali...".
Per ritardare "l'immissione in commercio della Ru486 nel
rispetto della legge 194 l'Aifa impiego' 763 giorni invece dei 90
di prassi, oggi per la pillola dei 5 giorni dopo l'Aifa ha la
pratica aperta dal gennaio 2010 e dopo un anno e mezzo, e' ora un
atto dovuto porre fine al ritardo".
Con il senatore Marco Perduca "avevamo presentato una
interrogazione sulla vicenda, la cui risposta e' ancor piu' utile
oggi da avere".
(Wel/ Dire)