(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - Un codice etico condiviso che raccolga le specificita' culturali e religiose dei cittadini "malati" e risponda in modo consono ad una societa' sempre piu' interetnica e multi religiosa: e' questo lo scopo delle Linee guida "L'accoglienza delle differenze e specificita' culturali e religiose nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali della Regione Lazio", presentate stamattina nell'ambito del Sanit, il forum internazionale sulla salute in programma a Roma fino a venerdi 17 giugno presso il Palazzo dei Congressi.
Raccomandazioni che si rivolgono agli operatori sanitari da parte delle comunita' religiose: un percorso che parte dalla Asl Roma E e - ha sostenuto Francesca Danese, presidente del Cesv (Centro servizi per il volontariato) del Lazio e moderatrice dell'incontro - "sarebbe utile far condividere anche agli altri distretti sanitari: e' un augurio, ma un augurio che guarda al futuro". Nato nel corso del 2010 nell'ambito del progetto relativo all'accoglienza delle differenze e specificita' culturali e religiose nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, il progetto e' un lavoro condiviso tra la Asl Roma E, l'associazione "Religioni per la pace", il Tavolo interreligioso di Roma, l'associazione Volontari ospedalieri - Avo, le associazione "Ascoltare le sofferenze" e "dare protezione", in collaborazione con Cittadinanzattiva e l'Accademia dell'arte sanitaria, e il supporto del Cesv. Uno, il punto di partenza per tutti: affrontare gli aspetti umani e spirituali presenti al momento dell'accoglienza nelle varie fasi dell'assistenza durante la degenza in ospedale. I contenuti di questo percorso, iniziato nel 2010 con la nascita e l'empowerment del "Laboratorio per l'accoglienza delle specificita' culturali e religiose" che ha sede presso la Asl Roma E, sono stati presentati prima nel corso di un convegno promosso presso il Complesso monumentale del Santo Spirito a Roma, e poi formalizzati nella redazione di vere e proprie linee guida. L'obiettivo e' infatti quello di arrivare alla composizione e alla condivisione di un codice etico condiviso che tenga conto dell'aspetto religioso, dell'apporto del volontariato anche laico negli ospedali, degli operatori e dei medici delle strutture e delle Direzioni aziandali. "Un interesse - ha spiegato Luigi De Salvia, ideatore del progetto - che risale a 10 anni fa e che e' stato poi arricchito da tante persone che ho incontrato nella vita: da quei colloqui emerse una nuova necessita' in campo sanitario e terapeutico, ovvero accogliere le fragilita' tenendo pero' conto delle specificita', anche religiose e culturali, delle persone". "Oggi e' il nostro secondo passo - ha poi continuato Alessandro Bazzoni, coordinatore del laboratorio - dopo il convegno al complesso del Santo Spirito. Oggi presentiamo l'elaborazione di un percorso condiviso con realta' religiose e non: linee guida che guardano, in sostanza, alla salute come bene comune".
(Wel/ Dire)