(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 giu. - Una lettera e
l'appello ad aderire alla petizione on line che chiede il
reinserimento lavorativo di nove giovani adulti con disabilita',
assunti a mezzo di una convenzione presso il Dipartimento della
Protezione Civile con il progetto "Abili a proteggere" circa 7
anni fa. Soci della cooperativa sociale Europe Consulting, i nove
sono stati mandati a casa, causa scadenza convenzione, a partire
dal 1 giugno, al di la' di competenze ormai acquisite non solo
nella rassegna stampa, ma anche nella gestione delle grandi
catastrofi. Un patrimonio che nessuno vuole che siasprecato.
"Stiamo combattendo una battaglia contro unGolia invisibile e
potente- scrivono nell'appello Alessandro Radicchi,presidente
della Europe Consulting Onlus, e i nove collaboratori con
disabilita' - ma abbiamo bisogno del vostro aiuto per
sconfiggerlo. [...] Le motivazioni di questo gesto (della
Protezione Civile, ndr) vengono ricondotte a degli ostacoli
burocratico amministrativi che pare impediscano al Dipartimento
della Protezione Civile di rinnovare la convenzione o comunque di
assumere direttamente i 9 ragazzi, cosa che invece e' avvenuta
nel 2010 con unconcorso riservatoa 147 persone esterneche in
varia forma avessero precedentemente avuto delle collaborazioni
(anche di un paio di mesi) con il dipartimento".
Impegnati nella rassegna stampa, ma anche nel monitoraggio dei
media, i nove lavoratori con disabilita' stavano proprio
quest'anno per concretizzare, assieme ad alcuni colleghi del
dipartimento stesso, l'attivazione di una vera e propria "Unita'
emergenza e disabilita'" per studiare"come tutelare meglio - si
legge ancora nell'appello - le persone piu' deboli, anziani e
disabili in particolare,durante le emergenzedi Protezione
Civile". "La loroesperienza professionale di questi setteanni- si
legge poi - unita alla loroesperienza di vita disabileerano e
sono infatti la formula perfetta per poter gestire quella unita',
cosi' come ricordato piu' volteanche pubblicamentenegli anni
passati dagli stessi rappresentanti del Dipartimento".
"Ora,dopo avere donato se stessi nelle situazioni piu'
disperate, quali terremoti, catastrofi, inondazioni, superando
con tenacia e dedizioni ogni loro - si legge infine -
disabilita', che in quell'occasione si trasformava invece in
unarisorsa, ovvero in una abilita'da mettere a disposizione del
prossimo, la loro storia sembra terminare senza lieto fine"."I
nove ragazzi e ragazze disabili devono andare via dal
Dipartimento Protezione Civile, lasciandosi alle spalle solo i
resti delle barrire fisiche che sono riusciti ad abbattere.
Fermati dabarriere burocratiche ed evidentemente culturali e
sociali che neanche la loro abilita' e la loro professionalita'
riescono a superare".
"La battaglia - chiude il comunicato - e' davvero dura perche'
noi siamo piccoli el'avversario e' grande e non sempre
identificabile.Quello che speriamo e' che davvero sia un problema
burocratico, quindi superabile, e non ci siano piuttosto
dietrovolonta' vere e proprie che, quando bisogna tagliare,
scelgono di farlo partendo dalle persone piu' deboli.Sarebbe la
sconfitta della dignita' del nostro paese". "Davide - e'
l'appello finale - quando affronto' Goliaaveva nelle sue tasche
solo un sasso ed una fionda. Oggi la nostra fionda e' Internet e
il nostro sasso siete voi". Per saperne di piu' sulla storia di
Abili a Proteggere, cliccare su
http://siamoancora.abiliaproteggere.net/. Per firmare l'appello,
collegarsi invece a http://nonchiudete.abiliaproteggere.net/.
Obiettivo: "almeno 10mila firme".
(Wel/ Dire)