"AUSPICHIAMO RIFLESSIONE AUTORITA' SANITARIE SU DECISIONI".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 giu - "Come presidente della
Societa' italiana di neurologia (Sin) e professore di neurologia
all'universita' di Siena, esprimo sia personalmente sia a nome di
tutta la societa' scientifica che rappresento, una vivissima
preoccupazione per le sorti dell'Irccs Fondazione Santa Lucia di
Roma". E' quanto dichiara, in una nota, Antonio Federico,
presidente della Sin.
"La minacciata riduzione della potenzialita' assistenziale di
questa struttura, universalmente riconosciuta come un centro di
reale eccellenza- aggiunge- determinerebbe un grave danno, non
solo al sistema ospedaliero nazionale, ma anche un impoverimento
della potenzialita' scientifica italiana, con un particolare e
grave impatto su quella dell'area laziale. Tale impoverimento si
rifletterebbe, infatti, sui livelli di ricerca neuroscientifica e
neuroriabilitativa italiana, proiettandosi anche a livello
internazionale. Dovendo procedere a una razionalizzazione
regionale dell'assistenza sanitaria e a un accorciamento
progressivo dei ricoveri diagnostico-terapeutici- prosegue il
presidente Sin- con lo spostamento di interventi assistenziali
verso attivita' a intensita' di cura diversificate e verso il
territorio di altre attivita' legate alla cronicita', rimane
comunque indispensabile riservare uno spazio importante alla
neuroriabilitazione di vera qualita', come appunto quella erogata
dalla Fondazione Santa Lucia".
"Va ricordato che in questo istituto di ricovero e cura a
carattere scientifico- sottolinea Antonio Federico- accanto
all'approccio di alta specializzazione neuroriabilitativa
catalogata con il codice 28 (unita' spinale) e con il codice 75
(gravi cerebrolesioni), possono essere garantite prestazioni di
altissima specializzazione a pazienti con lesioni cerebrali e
midollari acute, notoriamente caratterizzate da grande impegno,
qualificazione professionale, dotazione tecnologica e,
soprattutto, contesto scientifico. E' in un centro complesso come
questo - e non in strutture di sola riabilitazione - che possono
essere sperimentati nuovi approcci neuroriabilitativi, la cui
efficacia puo' essere documentata e certificata da metodologie e
evidenze scientifiche prima di essere poi proposte in maniera
generalizzata nel sistema sanitario nazionale. E' evidente che
queste evidenze possono essere ottenute solo con la
concentrazione di tecnologie e di professionalita' altamente
qualificate, con una metodologia scientifica documentata e con la
possibilita' di disporre di numeri significativamente alti di
pazienti trattati nell'ambito delle diverse problematiche
neurologiche che richiedono riabilitazione. Un patrimonio
professionale, tecnologico, umano e clinico che la Fondazione
Santa Lucia possiede e che ha costruito in cinquanta anni di
attivita' e di risultati crescenti".
"Pertanto auspico- continua- una seria e approfondita
riflessione delle autorita' sanitarie regionali sul riverbero che
decisioni implicanti la penalizzazione o la valorizzazione di
questa realta' d'avanguardia avrebbero, non solo sul sistema
assistenziale del Lazio, ma sull'intero sistema scientifico del
Paese".
"Ancora una volta, la Societa' italiana di neurologia-
conclude- invita le istituzioni competenti a valutare con
lungimiranza, e con occhio attento solo al merito, l'investimento
nella qualita' e nella ricerca, considerandolo come, nel caso
della Fondazione Santa Lucia, un volano importante per trascinare
in alto i livelli assistenziali regionali e nazionali".
(Wel/ Dire)